GB: Ciao Brian e benvenuto su www.groovebox.it. In questa intervista ci concentreremo non solo sul tuo disco solista ma anche sulla tua autobiografia. Sono venduti separatamente, ma è possibile considerare entrambe le cose come un unico lavoro multimediale?

Brian: Assolutamente, sono una cosa unica e unita. Ho dato il nome al libro con il titolo di una canzone che ho scritto nel 2005. Ho scritto la canzone "Save Me From Myself" nel 2005 subito dopo aver smesso con le droghe. Mi è piaciuto quel titolo perciò decisi di utilizzarlo per ogni cosa!

GB: Molti artisti usano la musica per promuovere le proprie opinioni e credenze. Altri usano libri. Tu hai scelto entrambi. Quale dei due pensi darà i migliori risultati?

Brian: Penso che entrambi serviranno perchè entrambi fanno parte di una cosa realmente accaduta a me stesso, ma se devo scegliere dico il libro, perchè a molte persone non piace ascoltare musica heavy come quella che suono. Il libro invece è stato letto da tutti i tipi di persone - dai ragazzi a persone più mature.

GB: La tua autobiografia ha venduto più di 70.000 copie, con molti resoconti positivi da parte dei critici. Però non l'ho mai trovata in Italia ed ho perciò dovuto acquistarla su internet. Possiamo aspettarci una edizione italiana?

Brian: Non lo so, lo spero. Sta tutto nelle mani di Harper Collins, ma cercherò un giorno di avere la possibilità di pubblicare il libro in molte altre lingue.

GB: Nelle tue canzoni metti le tue emozioni personali e sensazioni forti. Ma in generale, noi ascoltatori quando ascoltiamo una canzone pensiamo alle nostre emozioni. Preferisci che l'ascoltatore percepisca le tue emozioni e sentimenti o il tuo messaggio educativo?

Brian: Voglio che l'ascoltatore senta ciò che sto cantando. Voglio solo condividere quello che ho passato... cercando di essere il più reale possibile.

GB: Quando una persona realizza di dover cambiare? C'è qualche segnale o qualche evento shockante che cresce giorno dopo giorno?

Brian: Credo che ogni persona sia differente ed ognuno cambia quando si sente pronto. Per quanto ho visto, i cambiamenti arrivano dopo le crisi. Quando qualcuno è in una situazione difficile, trovandosi agli incroci della vita, è lì che arriva il cambiamento.

GB: La fede in Cristo è stata l'inizio, l'aiuto per uscirne oppure il risultato finale del tuo percorso di redenzione?

Brian: Tutte e tre le cose.

GB: Hai mai pensato di non poter riuscire a concludere il tuo percorso?

Brian: Intendi tornare indietro e ricominciare con droghe e simili? No, sapevo che la mia vita stava cambiando e non sarei mai tornato a farmi del male e ad essere ciò che ero.

GB: Quanto è cambiata la tua quotidianità ora che sono cambiati i tuoi interessi e priorità?

Brian: E' cambiato tutto. A quei tempi mi svegliavo di pomeriggio ed ora mi alzo al mattino. Andavo in tour in giro per il mondo per anni con una rock band, ora invece mi prendo cura di mia figlia a casa. Ma tornerò in tour quest'anno.

GB: Lo scopo della tua autobiografia è dimostrare che esiste la salvezza nella fede Cristiana, sei d'accordo?

Brian: Lo scopo del libro è convincere la gente che esiste un Dio e che Egli è molto reale. Tutti possono avere una unione amorosa con Dio se si avvicinano a Cristo e cercando di conoscerLo parlandogli della vita, facendogli domande, preghiera/contemplazione/meditazione, bibbia, libri - semplicemente passare del tempo per conoscerLo meglio. Questo è ciò su cui si basa ogni relazione d'amore. Ottieni ciò che investi.

GB: Quanto credi che il tuo album possa essere considerato Christian Rock? Forse il tuo Christian Rock è più simile al percorso esistenziale descritto da Neal Morse nel suo "Testimony" piuttosto che alla musica proposta da gruppi come, per esempio, i P.O.D.?

Brian: Sì, forse è così. Dipende tutto dagli ascoltatori. Comunque lo vogliano chiamare. Guardo ai miei album sicuramente più come una testimonianza personale.

GB: Parlando dell'aspetto strettamente musicale, quanto pensi di essere lontano dallo stile Korn ed al contempo quanto pensi di esserne vicino?

Brian: Penso di avvicinarmi di più al vecchio stile dei Korn e molto lontano dalle cose che hanno fatto senza di me.

GB: E' più difficile scrivere canzoni da solista o in una band?

Brian: E' più difficile scrivere quando fai parte di una band perchè secondo me in quel caso ci sono più personalità ed opinioni diverse. In ogni caso comunque entrambe le cose hanno i propri pro e contro.

GB: E' stato più difficile scrivere il disco o la tua autobiografia?

Brian: E' stato più difficoltoso scrivere l'autobiografia perchè ho dovuto scavare nei miei ricordi per condividere le cose che più mi hanno ferito. E' molto duro rivivere esperienze che vuoi dimenticare. Tuttavia qualcosa è stato anche divertente da scrivere, ma per altre cose è stata davvero dura.

GB: Il 22 febbraio 2005 annunciasti di aver lasciato i Korn; quel giorno, a quale dei tuoi due progetti stavi pensando? A entrambi magari?

Brian: Pensavo solamente alla musica. Non avevo assolutamente piani per scrivere un libro, ma è ciò che mi è stato offerto per prima cosa. Al momento risposi 'no' perchè non avrei saputo come scrivere le cose, ma dopo tutto decisi di farlo lo stesso.

GB: A proposito di opportunità, un mese dopo ti battezzasti nel fiume Giordano. Ci avevi già pensato o è stata anche quella un'opportunità?

Brian: E' stata un'occasione che mi si presentò in quel momento. Mi fu offerto un biglietto gratuito ed Hotel gratuito perchè qualcuno cancellò la prenotazione all'ultimo minuto. Ero decisamente entusiasta!

GB: Ci sono molte voci sul motivo per cui hai un tatuaggio di Gesù Cristo sulla mano destra, puoi per favore dirci la verità una volta per tutte?

Brian: E' così perchè io sono un destro naturale ed in questo modo il Suo nome è il primo nome che vedo quando faccio le cose. La masturbazione non c'entra niente, ho sentito questa teoria per 4 anni. Ci ho scherzato una volta e tuttora la gente me lo chiede sempre!

GB: Confesso di non aver mai perso un concerto dei Korn qui in Italia. Relazioni personali a parte, credo che eravate una macchina musicale perfetta, cosa pensi?

Brian: Sì, eravamo una band pazza, potente, energica all'inizio ma poi le cose iniziarono a complicarsi per me dopo un pò. Ma i Korn hanno ancora molto successo e sono orgoglioso di loro.

GB: A proposito di Korn, c'è sempre la domanda inevitabile: possibilità di tornare nei Korn? Magari Jonathan ora si è dato una regolata...

Brian: No, non ha nulla a che vedere con loro, sono io. Voglio suonare con altri musicisti e fare cose nuove.

GB: Magari puoi provare a convertirli?

Brian: No, ogni persona ha le proprie possibilità nella vita. Ma sicuramente mi piacerebbe vederli innamorarsi di Colui che E' amore.

GB: Curiosità: è vero che Fred Durst ti ha tatuato la parola "Horn" invece che "Korn" sulla schiena?

Brian: No, mi ha tatuato "Korn", ma i membri dei Korn mi prendevano in giro dicendo che sembrava più "Horn" invece che "Korn". Non lo so, è sulla schiena, non posso vederlo! Ha!

GB: Puoi dirci qualcosa a proposito del tuo progetto "Head Homes"?

Brian: Certo, è stato qualcosa al quale mi sono dedicato dopo aver lasciato i Korn. Ho donato denaro ad un Ministero Sacerdotale chiamato "Good News India" (che salva bambini con problemi in India) e così hanno dato il mio nome ad un orfanotrofio.

GB: Brian, grazie per il tempo che ci hai dedicato e per averci raccontato la tua storia personale. E' stato molto istruttivo. Avremo mai la possibilità di vederti suonare dal vivo in Italia?

Brian: Spero di vedervi molto presto! Grazie a voi!