Report a cura di: Crossoverboy

E’ giunto il momento di riprendersi dopo le mangiate natalizie e dall’inverno che è finalmente arrivato con nebbia e temperature al di sotto dello zero.
Per questioni di orari non sono riuscito a sentire i Glamour of The Kill ma al momento del mio arrivo sono pronto per ascoltare Krysta Cameron e i suoi Iwrestledabearonce; i nativi della Louisiana arrivano sul palco pronti ad offrire al pubblico uno spettacolo indimenticabile e per questo la frontwoman pare non curarsi più di tanto del poco pubblico presente, muovendosi come una forsennata per attirare su di sé tutte le attenzioni.
I suoni sono particolarmente disturbati tanto che le chitarre si sentono poco, ma il pubblico sembra apprezzare lo stesso tanto da accompagnare Krysta in alcuni pezzi: nella loro mezz’ora scarsa eseguono i migliori pezzi dei loro due Full length del 2009 e del 2011 che mischiano molti generi dal progressive mathcore fino al semplicissimo melodic death metal alla Arch Enemy di Angela Gossow. Simpatica anche la scelta di utilizzare “Jump” dei Van Halen come intro della loro performance.
Giunge così il momento dei We Came as Romans: la band del Michigan fa molto uso di campionature fatte al computer che molto spesso sovrastano addirittura anche i musicisti stessi tanto che i suoni dei due chitarristi non si sentono per niente.
Sul palco il vocalist David Stephens ed il bassista Andrew Glass si dannano l'anima muovendosi come dei forsennati, permettendo così ai compagni di band di concentrarsi più sulla propria performance sonora che su quella "atletica"; non mancano tuttavia segmenti in cui il gruppo propone balletti sincronizzati, a regalare qualche momento bonario di puro gioco.
Gli headliner sono gli Alesana, tornati in Italia per promuovere il loro recente album "A Place Where the Sun Is Silent" uscito verso la fine del 2011; il frontman Dennis Lee, qui in versione ingrassata e munito di passamontagna come il peggio bandito, si butta subito tra la folla cercando di instaurare un contatto con il pubblico che è qui principalmente per loro. Ad imitarlo arriva poi anche l'altro vocalist Shawn Milke, che fa a turno con il collega per tuffarsi ripetutamente in mezzo al pubblico senza che questo scalfisca la qualità della loro performance. Alcuni accenni di circle-pit si hanno in particolar modo durante la prima parte dello show, quando vengono proposti brani più basati sulla mistura growl-melodico che però poi lasciano spazio a canzoni più noiosamente tendenti all'emo.
IIl minutaggio totale è di circa 50 minuti, il pubblico presente apprezza sebbene in molti abbiano scelto di godersi il concerto comodamente seduti sui divanetti anzichè "scatenare l'inferno" sotto palco.
Tutto sommato ammetto di non essere un grande fan di queste sonorità, ma d'altro canto non posso negare che i gruppi questa sera si siano impegnati davvero molto offrendo esibizioni di buon livello che hanno certamente soddisfatto tutti i ragazzini accorsi questa sera, che potranno tornare a casa felici e contenti.