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16/03/2014 - BRONSON - RAVENNA
Report a cura di: Carlo Vergani
Between Dogs and Wolves è il quinto album di Piers Faccini, cantante e chitarrista anglo-italiano che ora mai da molti anni vive in Francia. La sua musica è malinconica e prende ispirazione dai suoi numerosi viaggi che hanno contribuito alla realizzazione anche del suo ultimo disco che presenta stasera al Bronson di Ravenna.
Ad aprire il concerto c’è un terzetto italianissimo i the Ashman.Chitarra acustica, elettrica e basso niente di più. Personalmente sono bravi anche se la mancanza della ritmica data da una batteria si fa sentire, tutto sommato, nella mezz’ora che viene loro concessa fanno il loro sporco lavoro mischiando rock e folk.
Ecco finalmente salire sul palco Piers.
L’atmosfera si fa subito intima, la sua voce cupa mi ricorda un Lanegan d’annata. “Black rose” tratta da “Between Dogs and Wolves” è il brano che rispecchia di più questo inizio di concerto, che per ammissione dello stesso Piers, vuole essere più soft per poi evolvere poco per volta.
Il suo finger picking dolce ed incisivo accompagnato da una batteria leggera e dal suono dello xilofono sono il giusto contorno per la sua straordinaria voce.
Nonostante l'intensità delle luci vengano alzate i toni rimangono molto cupi e introspettivi.
Il concerto è talmente coinvolgente che verrebbe voglia di prendere e partire proprio come Piers per un viaggio in solitudine alla riscoperta del mondo interiore dal quale la società di oggi ci sta allontanando.
Tante le sfumature della musica suonata da Faccini nella quale trovano spazio l’Africa e i suoi suoni, il folk irlandese e quello americano di personaggi come Bob Dylan o Leonard Cohen e personalmente mi ricorda Bombino e la sua voglia di ribellione cantata in francese.
Like Water Like Stone" e “A Storm Is Going To Come” sono i momenti più alti del concerto, in particolare durante quest'ultima canzone chiede al pubblico di cantare con lui il ritornello.
La chiusura d’obbligo è per “il cammino” dove si riassapora quella canzone italiana oramai persa sullo stile di De Andrè e dei poeti della sua generazione.
Dal deserto del Texas al fiume Mississipi, passando per l’Africa più sconosciuta fino all’Italia e naturalmente la Francia, questo concerto è un concenrato di emozioni indescrivibili, ogni suo brano è una fotografia che rimarrà indelebili nella mia mente.