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20/06/2015 - Ferrara Sotto Le Stelle
Report a cura di: Fabio Goretti
20/06/2015 Ferrara Sotto Le Stelle – Gimme Shelter – Fast Animals and Slow Kids / Bud Spencer Blues Explosion / Post CSI.
Il tempo spaventa molto nel pomeriggio che precede l’unico evento gratuito di Ferrara sotto le stelle, fortunatamente il cielo si rasserena in tempo, ritardando solamente il sound-check dei gruppi.
“Il concerto può iniziare!” dicono dalla regia e pian piano tutta la gente seduta marginalmente alla piazza si accentra e si avvicina al palco per assistere all’esibizione live del primo gruppo, direttamente da Perugia salgono sul palco i Fast Animals and Slow Kids, i suoni sono potenti e il volume impressionante, ci viene da sorridere quando il bassista afferma che quello è il suo suono pulito. Nonostante abbiano alle spalle centinaia di date i FASK hanno la carica e l’emozione di chi sta affrontando il concerto della vita e a metà concerto Aimone, cantante della band, confessa di sognare quel palco. Il frontman del gruppo dà spettacolo, non si ferma un attimo, canta, balla, suona chitarra e percussioni e in alcuni momenti si concede addirittura una birra. Suonano buona parte del loro ultimo lavoro Alaska e qualcosa dai loro dischi precedenti, dopo poco più di un ora abbandonano il palco. Il pubblico li apprezza molto e chiede un bis, ma il tempo stringe e non è possibile. Questi ragazzi sono ormai una realtà italiana consolidata, merito anche di Andrea Appino leader degli Zen Circus che fin da principio ha creduto in loro.
Un rapidissimo cambio palco ed ecco che letteralmente corrono sul palco i Bud Spencer Blues Explosion, direttamente da Roma. Il loro approccio è decisamente più maturo rispetto ai FASK ma non per questo meno originale ed energico, oramai è risaputa la tecnica spaventosa posseduta dal power duo e dal vivo lasciano sempre a bocca aperta. Non è casuale che Adriano Viterbini sia diventato anche un turnista di tutto rispetto, di fatti ha recentemente registrato l’ultimo disco del trio Fabi-Silvetri-Gazzè.
La scaletta è relativamente corta ma il pubblico è sbalordito, le prime file sono sopraffatte dal muro di suoni creato e la cosa più impressionante è che tutto questo è creato da soli 2 elementi. Come sono entrati sul palco se ne vanno, non una parola, in fondo hanno detto già tutto. Il pubblico incredulo, si chiede se davvero ha visto un gruppo così mostruosamente bravo e allo stesso tempo riservato. Ebbene si ragazzi è successo.
Arriviamo al momento saliente della serata, gente di ogni età è in trepidazione, i ragazzi che ne hanno sentito solo le canzoni, chi ricorda il loro ultimo live proprio in quella piazza, chi era presente tra il pubblico negli anni 80 quando questi musicisti erano membri di Litfiba e CCCP. I CSI o post-CSI come si chiamano ad oggi sono stati il simbolo della musica indipendente italiana da cui tanti hanno preso spunto per anni e di cui pochi sono riusciti a replicarne le gesta. L’impegno politico è ancora forte nei loro cuori e ce lo dimostrano prima ancora di iniziare a suonare leggendoci alcuni tratti di storie vere della resistenza italiana.
Il concerto inizia con vari classici, Guardali negli occhi, Linea gotica il pubblico canta e balla, è l’estasi, brani che tutti sognavamo di sentire live da anni finalmente tornano a suonare anche se senza Ferretti. La presenza dell’ex leader manca tanto ma meno del previsto, infatti i veri complimenti della serata vanno ad Angela Baraldi, cantante dei Post-CSI, che ha l’onere di cantare questi brani così complessi e di “sostituire” un grande artista. Dieci e lode a lei che ci ha messo l’anima e ha reso al massimo le canzoni che tutti conosciamo. I complimenti vanno anche a Zamboni, Canali e Magnelli che supportano con i loro cori.
Verso la fine del concerto Maroccolo ripone il basso e prende la chitarra acustica. La suona seduto e a tutti viene in mente il concerto da cui è stato tratto il disco “in quiete”; suonano fuochi nella notte di S. Giovanni e Depressione Caspica in modo impeccabile. Il concerto dura poco ma il pubblico chiede il bis e loro non si fanno pregare, tornano sul palco e suonano altri brani come A tratti, Annarella e M’importa una sega, dove Angela si lascia andare dimostrando a tutta la platea quanto il rock scorra nelle sue vene.
Che dire? Sono ancora loro e non hanno deluso proprio nessuno. Molti non avevano grandi aspettative da questa che viene definita una “non-reunion”. Non so dire il motivo, forse i quasi 20 anni dallo scioglimento, forse si pensava l’assenza di Ferretti pesasse di più, certo non sono più quelli del tour di “Noi non ci saremo” ma rimangono uno dei migliori gruppi che abbia mai militato sui palchi italiani.