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GET UP KIDS
30/08/2009 - Estragon - Bologna
 



Report a cura di: Manq

I Get Up Kids di nuovo insieme e dal vivo in Italia sono senza dubbio l’evento emocore dell’anno e qui è doveroso fare qualche precisazione. Con buona pace di MTV, di Carlo Pastore, dei Lost e di tutta la compagnia cantante, l’emocore di cui si parla non ha nulla a che vedere con il nuovo trend dei giovani d’oggi. Qui si parla dei gloriosi anni novanta.
Delle due date italiane scelgo quella all’Estragon di Bologna perché, sebbene l’Etnika Rock di Frosinone sia un festival molto figo e soprattutto totalmente gratis, la trasferta a Bologna per un milanese come me è senza dubbio più facile da approcciare. L’Estragon, oltretutto, è una delle location a mio avviso meglio ideate per la realizzazione di concerti, forte di un bel palco alto e visibile più o meno a tutti e di un’acustica molto buona. Di un posto così  avremmo bisogno anche dalle mie parti, senza dubbio.
Arrivo in loco verso le 20, ma solo alle 21.30 la biglietteria decide di aprire e quindi riesco ad acquistare il biglietto a soli trenta minuti dall’inizio del concerto. Dovendo ancora mangiare, scelgo di procurarmi del cibo a discapito dei The Briggs, unica band di supporto. Nel tempo trascorso in coda alle casse però mi rendo subito conto che il pubblico della serata rispecchia in pieno il salto nel passato cui questo concerto ci sottopone. L’età media è piuttosto alta, la presenza di frange, mascara e compagnia è ridotta all’osso e ovunque ci si giri le T-shirt inneggiano alla scorsa decade in un tripudio di Gameface, Samiam, Face to Face e via dicendo. Mi rendo anche conto, tuttavia, che l’affluenza non è certo stellare, cosa che in qualche modo temevo. Si parla di un gruppo che ha pubblicato il suo ultimo album in studio nel 2003 e che, dopo diverse peripezie, ha deciso di ricominciare a suonare solo l’anno scorso. Alla fine l’Estragon risulterà pieno si e no a metà.
Faccio il mio ingresso intorno alle 22.30, ben oltre la metà del set dei The Briggs. Ascolto però le ultime tracce e devo riconoscere che la band losangelina riesce bene nel compito di intrattenere la folla, senza entusiasmare, ma anche senza infastidire cosa che ultimamente accade sempre più raramente. Il genere proposto è puro e semplice punk-rock a tratti avvicinabile a band come Dropkick Murphys e Bouncing Souls. Dal canto mio il loro suono è risultato utilissimo per gettarmi ancora di più nell’atmosfera anni novanta della serata, essendo io lontano da quel tipo di sound ormai da anni, e vederli sul palco per una ventina di minuti mi ha anche divertito.
Lo spettacolo per cui ho deciso di farmi 400 e passa km in serata però, inizia alle 23.00.
I Get Up Kids attaccano con “Holiday” ed è veramente un delirio. Tutti i presenti cantano ogni singola parola del pezzo e l’impatto per chi è tra il pubblico è tremendamente emozionante. La band suona per circa un’ora prima della consueta pausa e degli acclamati bis, ripescando un po’ da tutto il repertorio e concedendo anche alcune chicche come la cover di “Close to Me” dei Cure. Per il sottoscritto i momenti più emozionanti sono coincisi con i pezzi tratti da “Something to write home about”, il loro album che preferisco, ma il pubblico presente ha risposto benissimo sia alle cose più datate, come “Coming Clean” e “Don’t Hate Me”, sia alle più “recenti” come “Holy Roman” e “The One You Want”, tratte dall’album forse tendenzialmente meno apprezzato del quintetto, “The Guilt Show”. I suoni sono ottimi, la voce di Matt Pryor tiene alla grande ed il concerto scorre via canzone dopo canzone, con pochissimo spazio per tutto ciò che non è musica. Oltretutto, a mio avviso, veder suonare la batteria a Ryan Pope è uno spettacolo nello spettacolo.
Il set si chiude con l’acclamatissima “Ten Minutes” ed al sottoscritto resta solo la delusione di non aver sentito “Forgive and Forget”, indubbiamente il mio pezzo preferito.
Ora non so se il gruppo tornerà in studio per un nuovo album oppure se con la conclusione del tour avvenuta proprio a Bologna la band tornerà a dividersi. In ogni caso il concerto dell’Estragon è stato un evento per i cultori di un genere che oggi come oggi viene continuamente nominato a sproposito e fuori contesto e quindi l’esserci stato mi ha regalato la gioia di aver assistito a qualcosa che, se non si rivelerà unico, sarà comunque qualcosa di molto raro per i tempi in cui viviamo.

Setlist:
1.Holiday
2.I'm A Loner Dottie, A Rebel ...
3.The One You Want
4.Valentine
5.Woodson
6.Coming Clean
7.Red Letter Day
8.Campfire Kansas
9.Holy Roman
10.Mass Pike
11.No Love
12.Action & Action
13.Walking On A Wire
14.Out Of Reach
15.Close To Me
16.Beer For Breakfast
17.Don't Hate Me
18.Ten Minutes


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