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KORN
THE PARADIGM SHIFT (Deluxe Edition)

Negli ultimi mesi, dopo l'annuncio del rientro in line up del chitarrista Brian Head Welch, la curiosità attorno all'undicesimo album dei nu metaller Korn era davvero tanta. Tutti speravano che i famosi "killer riff" di Welch dopo otto anni di mediocrità avrebbero riportato i Korn ai fasti del periodo 94-99. Purtroppo i miracoli accadono raramente ma indipendentemente da questo
tutti sanno che i Korn odiano fare album fotocopia, preferiscono sperimentare di volta in volta anche rischiando di fare un flop, soprattutto alle orecchie dei suscettibili old school fans. Detto questo il nuovo "The Paradigm Shift" offre comunque buoni spunti; innanzi tutto la presenza di Head ridà alla band quel suono corposo caro a tutti quanti, cose che non si sentivano dai tempi di
"Take A Look In The Mirror", anche se a dire il vero alla base dell'opera undicesima c'è una sorta di "Follow The Leader" dalla melodia molto più orecchiabile (con Don Gilmore come produttore la cosa era inevitabile). Al pronti-via si presenta "Prey for me" ,
pezzo incessante che unisce il groove ritrovato delle chitarre (sporcato da qualche accenno di dubstep), una prova subito convincente e martellante della batteria di Ray Luzier ed un ritornello di facile assimilazione dove Davis
ritrova lo spunto del periodo "Issues"-"Untouchables". Il singolo "Love And Meth" ha le chitarre di Issues, il campionamento elettronico di "See You On The Other Side" anche se meno invadente e un altro bel ritornello epico al punto giusto. Continua la grande prova di Luzier alle pelli anche su "What We Do", pezzo veloce che comincia a far intravedere il retaggio followtheleaderiano dell'album anche se le produzioni ultra pulite di oggi non reggono il confronto con quei cari suoni
malati di fine anni 90. "Spike in my veins" è un pezzo dall'animo malsanamente ballereccio, molto industrial oriented, scritto da J. Davis durante il suo tour solista come DJ e riadattato per essere inserito nel nuovo album dei Korn.
Personalmente nonostante un bel riff iniziale lo ritengo uno dei momenti più deboli del disco, probabilmente era un pezzo che non doveva essere strappato alla sua dimensione dubstep iniziale. La successiva "Mass Hysteria" è uno dei
pezzi che non porta assolutamente nulla di nuovo alla discografia dei Korn essendo una perfetta miscela tra Untouchables e Issues (rispettivamente in questo ordine), tuttavia, risentire questi suoni dopo così tanto tempo fa
veramente piacere. Lo stesso discorso vale per "Paranoid and aroused" anche se in questo caso l'accoppiata di riferimento è "Follow the leader"-"Untouchables".
"Never never" è il pezzo fashion e ruffiano che ti fa girare un po' le scatole, tipico delle produzioni Gilmore, 3 minuti e 40 secondi di disco-dubstep-numetal dal riff semplice semplice, che farà contente le radio ma un po' meno i "children of the korn". "Punishment time" parte bene, con un bel riff old school ma quando arriva il momento del ritornello la virata pop sembra un po'
troppo eccessiva ed affrettata. "Lullaby for a sadist" la definirò semplicemente così: quando Untouchbles incontrò Life is peachy ed assieme andarono a vedere Queen Of The Damned. "Victimized" unisce ancora una volta la potenza dei riff ad un ritornello arioso e trascinante con le tastiere a rendere il tutto più epico e "spaziale" (anche qui qualche comparsata dubstep
tra i riff ma niente di troppo fastidioso). Uno degli episodi più interressanti è "It's all wrong", pezzo apocalittico, una sorta di somebody someone che fa sponda con Rob Zombie. A chiudere il paradigma ci pensano le bonus track "Wish
I Wasn't Born Today", tanto "Take A Look In The Mirror" nei riff e tanto Korn più recenti nelle melodie e "Tell Me What You Want", in questo caso tanto "Take A Look In The Mirror" sia nei riff che nelle melodie alternate al growl, carina, ma si poteva fare decisamente meglio e con più convinzione. Nel cd bonus è contenuto un lungo documentario intitolato "Reconciliation" in cui la band ripercorre il percorso che ha portato al reintegro di Head in formazione. Interessante ma più che altro
materiale per i feticisti della band. Il miracolo di San Gennaro, dunque, non c'è stato ma quanto meno il mal di stomaco causato da "The Path Of Totality", "Korn 3", "Untitled" e "See you on the other side" potrà essere in parte curato
con il digestivo "The Paradigm Shift" che a seconda dei gusti personali può essere piazzato su di un ipotetico podio assieme ad Untouchables e Take A Look In The Mirror (le quattro opere precedenti oltre che essere irripetibili fanno
semplicemente parte della storia del genere metal).

UnderD
Voto: 6/7
TRACKLIST:


01.Prey for Me
02.Love & Meth
03.What We Do
04.Spike in My Veins
05.Mass Hysteria
06.Paranoid and Aroused
07.Never Never
08.Punishment Time
09.Lullaby for a Sadist
10.Victimized
11.It's All Wrong
12.Wish I wasn't born today (bonus track)
13.Tell me what you want (bonus track)