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MESHUGGAH
THE VIOLENT SLEEP OF REASON

A quattro anni di distanza dall'ottimo "Koloss" tornano i Meshuggah con la loro ottava fatica in studio. C'era grande attesa per questo album e anche un po' di curiosità data dal fatto che la band aveva annunciato che avrebbe registrato il disco in presa diretta. I cinque Umeå in passato ci avevano abituato a una ricerca chirurgica della perfezione sonora, ottenuta avvalendosi delle più moderne tecniche di regitrazione (in "Catch 33" addirittura le batterie furono tutte realizzate tramite una drum machine). Avrebbero dunque perso il loro classico stile "storto" in favore di un approccio più old school mediante questo cambiamento del metodo di incisione? La risposta è subito fornita dalla traccia che anticipa l'album "Born in Dissonance" e la risposta è, ovviamente, un no. Gli svedesi in questo pezzo ci mostrano tutto quello che è tipico del loro trademark, in quello che scommettiamo diverrà uno dei classici della band, nonchè presenza stabile nelle loro setlist. Il brano contiene anche un bellissimo assolo di Thordendal che spezza la composizione nella parte centrale prima di portarla in un finale atmosferico che ci conduce a quella che forse è la migliore canzone dell'album, ovvero, "MonstroCity". Tale brano possiede una delle migliori interpretazioni vocali di Jens Kidman che da un impianto sonoro così roccioso riesce a tirare fuori una linea vocale veramente impressionaante. Altri episodi che vale la pena citare sono i 7 minuti di "Clockworks" con un Thomas Hakke, come sempre, sugli scudi e ritmi più lenti e marziali di "By the Ton". Nella parte finale dell'opera a fare la parte del leone è "Nostrum" una traccia veramente killer che, partendo da suoni molto pacati, si trasforma nella classica bordata Cyber-Thrash. Il finale del disco è affidato alla rarefatta "Into Decay", poi il tutto si perde in un muro di feedback che chiude questo lavoro. La solita prova solida e di estrema qualità dei Meshuggah. Se proprio si volesse muovere una critica a questo disco potremmo dire che non si discosta molto da quelle che sono le coordinate stilistiche classiche della band. Tuttavia è lecito affermare anche che una proposta tanto singolare e unica nel genere (ma anche imitata, basti pensare che per le nuove band che si rifanno ai Meshuggah è stato coniato addirittura il termine "Djent") sia difficilmente modificabile e che anche oggi a venticinque anni di distanza dal primo album la suddenta proposta sia ancora innovativa e devastante. Abbiamo quindi un'altra gemma da affiancare ai capolavori passati e forse il disco metal dell'anno. 

Marco Neri
Voto: 8
TRACKLIST:

1 Clockworks – 7:15

2 Born in Dissonance – 4:34

3 MonstroCity – 6:13

4 By the Ton – 6:04

5 Violent Sleep of Reason – 6:51

6 Ivory Tower – 4:59

7 Stifled – 6:31

8 Nostrum – 5:15

9 Our Rage Won't Die – 4:41

10 Into Decay – 6:31