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WEEZER
HURLEY

Prima di partire con la recensione di questo disco urge fare una premessa: il mio disco preferito degli Weezer è “Make Belive”. Tutti coloro che, probabilmente a ragione, mi staranno insultando dopo aver letto la frase precedente sono quindi avvisati perché la mia valutazione nei confronti di questa band non sarà basata su quanto fossero fighi dischi tipo “Pinkerton” o il “Weezer” blu. E non voglio nemmeno mettermi a fare la morale ad un Rivers Cuomo tramutatosi da paladino dei nerd di tutto il mondo a parodia di sé stesso. A dirla tutta non giudicherò neanche la scelta della copertina perché, secondo coming out del pezzo, di Lost non mi è mai fregato nulla e quindi per me quella di “Hurley” è una cover che raffigura un uomo sovrappeso dai capelli posticci. Nulla più. Bene, dopo aver elencato tutte le cose che probabilmente non fanno di me il recensore adatto per questo disco, dirò il motivo per cui ho scelto di parlarne: secondo me è ora di finirla di inquadrare i  Weezer (solo) sulla base di dischi usciti quindici anni fa.
“Hurley” infatti è un disco di dieci canzoni power pop in puro stile Weezer post 2005. Superproduzione, suoni ben definiti e atmosfera vicinissima a “Make Belive”, con “Ruling me” ideale traccia ponte tra i due album. Fino a metà quindi l’ascolto tiene bene, ma è a quel punto che ci si inizia a rendere conto di come qualcosa manchi. Non ci sono i singoli. O meglio, mancano quelle melodie super orecchiabili che ti inchiodano canzoni come “Pork & Beans” o “(If You're Wondering if I Want You To) I Want You To” in testa dal primo ascolto. Di tutti i pezzi non ce n’è uno che spicchi in positivo, anzi, semmai ce ne sono un paio che non sarebbe stato male evitare tipo “Run Away”. Fa al più sorridere giusto la conclusiva “Time flies”, caratterizzata da un alone forzatissimo di lo-fi che sul momento ci si trova perfino ad apprezzare. Insomma, il tutto scivola via nel quasi totale anonimato e sentendo e risentendo il disco alla fine si rimane sempre con nulla in mano. Niente che valga la pena di ricordare.
Assodata quindi la distanza con quei dischi che molti a ragione ritengono pietre miliari, questo “Hurley” segna per il sottoscritto un passo indietro anche rispetto agli episodi più pop e ruffiani della band, fallendo nel tentativo di accattivarsi l’ascoltatore. Un album che forse non definirei brutto, certamente non bello, ma probabilmente superfluo e per nulla in grado di deviare la parabola discendente su cui i Weezer sono piombati da un po’. E’ quindi se vogliamo azzeccata la scelta di pubblicare per Epitaph, etichetta da tempo avviata sul viale del tramonto dopo i fasti degli anni novanta.
Ora, quali che siano i vostri gusti, siate voi fan del Cuomo nerd e low profile dei primi tempi o della band da classifica e MTV del nuovo millennio, con tutta probabilità questo disco non fa per voi.

Manq
Voto: 4,5
TRACKLIST:

01. Memories
02. Ruling me
03. Trainwrecks
04. Unspoken
05. Where’s my sex?
06. Run away
07. Hang on
08. Smart girls
09. Brave new world
10. Time flies