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YELLOW MOOR
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1. Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.

 

La band è di 5 elementi, Andrea Viti (voce e basso elettrico), Silvia Alfei (voce e percussioni), Francesco Cappiotti (chitarra elettrica), Guglielmo Cappiotti (piano elettrico/organo), Simone Marchioretti (batteria e percussioni). Silvia ed io(Andrea) siamo nati e cresciuti a Milano, gli altri sono di Verona.

 

2. Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?

 

Andrea: Tutto il progetto nasce da un’idea mia e di Silvia, volevamo fare un disco insieme, stavamo già collaborando per la realizzazione di colonne sonore per le performance e i video di Silvia e per altri coreografi con il nostro progetto“Dual Lyd”.

Abbiamo creato questa band circa tre anni fa, dopo aver scritto e composto il materiale abbiamo pensato a chi potesse capirlo e interpretarlo al meglio e la decisione è stata facile.

 

3. Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?

 

Andrea: Yellow Moor significa Landa Gialla. Alcuni anni fa, nelle zone dove ora abitiamo ci è capitato di vedere grandi distese di fiori gialli che sono davvero suggestive. Ci sembrava il nome giusto visto che tutto il lavoro non è stato pensato in un ambiente metropolitano.

 

4. Presentatevi a chi non vi conosce: descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso "non ci piace essere catalogati in un genere preciso", in quale movimento/genere vi collochereste?

 

Andrea: Il sound è quello di una band rock, semplice ed incisivo, abbastanza classico, le ispirazioni vengono dagli ascolti, direi Neil Young, gli Stones, Nick Cave, e un artista italiano con cui ho sempre collaborato…..Fausto Rossi.

Per quanto riguarda il genere, la collocazione è facile… 100% rock!

Siamo al lavoro sulla possibilità di creare delle sinergie tra band, per contrastare la solitudine “digitale” in cui ci troviamo a causa dei social network che non sono altro che un sistema di controllo.

 

5. Siete al lavoro su un nuovo album o lo state per pubblicare? Se sì, parlatecene un po' altrimenti come descrivereste l'ultimo lavoro che avete realizzato e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle vostre canzoni?

 

Andrea: Abbiamo scritto già nuovi brani ma questo disco è uscito il 21 Marzo di quest’anno, ci stiamo dedicando alla sua promozione e quindi per un lavoro nuovo c’è tempo. Gli ascoltatori credo che si aspettino quello che ho sempre suonato, a parte le mie esperienze da turnista, quasi esclusivamente canzoni rock con riferimenti agli anni ‘70 e alla scena grunge.

 

6. Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?

 

Andrea: Registro da sempre, diciamo che il primo disco ”vero” l’ho inciso con i Karma nel 1994… Il live è stato ciò che ho più praticato, ho sorpassato le 1000 date!!!

 

Silvia: la prima auto-registrazione in assoluto è stata la mia voce on tape su un vecchio registratore del 1978, raccontavo piccole storie… avevo circa quattro anni. A parte gli scherzi (anche se è vero!), con il progetto Dual Lyd nel 2009 ho registrato, insieme ad Andrea, parecchi brani sia strumentali che cantati e alcuni readings poi è partita la produzione del disco dei Yellow Moor ed è stata per me la prima esperienza di registrazioni anche in studio. Per quanto riguarda il live, con i Yellow Moor salgo sul palco come cantante dopo moltissimi anni di esperienza da performer in altri ambiti artistici (danza, teatro, arte visiva). Per me è un rimettermi in gioco, una nuova partenza che finalmente mi unisce totalmente alla musica.

 

7. Quale vostra canzone consigliereste a chi non vi ha mai sentiti?

 

Il nostro singolo “Castle Burned”

 

8. Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band? 

 

Il nostro primo showcase a Milano.

 

9. Chi è il principale compositore del gruppo? Usate qualche metodo per assemblare tutte le idee che vi passano per la testa?

 

Andrea: La ricetta è semplice ed efficace: io compongo la musica,

Silvia scrive i testi, insieme poi ci dedichiamo alle varie fasi della produzione coadiuvati dagli altri musicisti.

 

10. Parlateci un po' dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?

 

Andrea: Come ti ho anticipato è Silvia che scrive in massima parte, Per questo disco io ho scritto interamente un brano e altri li abbiamo realizzati insieme. Gli argomenti sono storie di vita vissuta ma anche immagini oniriche, suggestioni. La lingua scelta è stata l’inglese perché i nostri “maestri” del rock si esprimono così, inoltre non ci identifichiamo con artisti italiani (a parte Fausto Rossi per quanto mi riguarda) pur stimandone parecchi.

Tuttora ho riferimenti molto diversi,Iggy Pop, Talking Heads, Bowie, Black Sabbath, King Crimson, Queens of the Stone Age.

 

Silvia: Ho cercato di trovare un mia strada e un mio modo per la scrittura dei testi che ha portato anche ad alcune strutture particolari per alcuni brani come ad esempio: “Ghost” , “Seven Lizards”, “Yellow Flowers”. Quando scrivo ascolto molto il suono delle parole, in qualche modo alcune melodie risuonano già nel testo che ha un suo ritmo e una sua scorrevolezza. Ho studiato i poeti inglesi e ho sempre scritto poesie fin dalle scuole superiori e poi all’Accademia di Belle Arti grazie ad un professore (Roberto Sanesi) che ha segnato profondamente il mio approccio alla scrittura. Ai tempi, mi aggiravo in alcuni locali di Milano e nei parchi, presentando readings di poesie e brevi racconti sia in Italiano che in Inglese. Nei testi racconto momenti di vita, emozioni, sensazioni che mi hanno attraversata. Nei testi scritti a “due mani”, ho cercato di fondere sia le mie “visioni” che quelle di Andrea in modo che potessero completarsi.

 

11. Quant'è importante per voi l'attività live di una band e quant'è determinante secondo voi la presenza scenica e perchè?

 

Silvia: L’attività del live è fondamentale. Per una band è la linfa che serve ad alimentare l’esperienza, a saldare un gruppo che lavora insieme, a trovare nuove ispirazioni e soprattutto a promuovere il disco e farsi conoscere. Il rapporto con il pubblico dal vivo è inoltre qualcosa di davvero emozionante. Un progetto che si limita al solo digitale è destinato a perdersi nella marea infinita di materiale che gira sul web. Penso che solo attraverso il live, ricreando una scena che, almeno in Italia, è finita per molti anni dentro una fitta nebbia, si possa arrivare a sentire la gratificazione per il lavoro e dare davvero il meglio di ciò che artisticamente una band può fare.

 

12. Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?

 

Silvia: Il look è sicuramente importante ma a volte lo è più per il pubblico che per l’artista. Penso che un artista, in generale, non debba piegarsi alle mode… che debba cercare di essere se stesso e seguire il suo gusto personale perché solo così potrà essere “vero” e a suo agio in ciò che fa e questo il pubblico lo sente e lo sa “riconoscere”.

In una band ognuno dovrebbe poter esprimere la propria identità stando semplicemente all’interno di una linea di base approvata da tutti in modo che la band stessa abbia a sua volta un’immagine chiara e rappresentativa del suo sound.

Insomma se io mi presento in jeans e t-shirt e sul palco con me si aggirano un frac, dei pantaloncini corti e canotta da basket, una maglietta degli Iron Maiden e per finire un cappello da cowboy e camicia a quadri…. beh… forse c’è da darsi una riassestata… ! Oppure, potrebbe essere una buona idea per una band di musica demenziale… ma non è il nostro caso… ;)

 

13. Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?

 

Un concerto Rock!

 

14. Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.

 

Andrea: La scena italiana è molto variegata ma non esistono più a mio parere dei movimenti veri e propri di appartenenza. Il consiglio è quello di continuare a dedicarsi alle cose più importanti cioè la realizzazione di prodotti di qualità promossi da un’intensa attività live.

Tra i migliori progetti Italiani cito i Calibro 35, Vinicio Capossela.

 

15. Meglio uscire per un'etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?

 

Andrea: L’importante è la massima diffusione del proprio progetto finalizzata all’attività live che rimane l’unica cosa che mantiene in vita una band, quindi non hanno importanza le dimensioni di una casa discografica ma la qualità delle azioni, che possono essere anche di autoproduzione indipendente.

 

16. Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano 

di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?

 

Silvia: Al momento, grazie al lavoro del nostro ufficio stampa (Astarte Agency) al management (Simone Clerici) e alla nostra etichetta (Prismopaco) abbiamo una pagina Facebook ufficiale, un canale Youtube e Twitter, stiamo lavorando a un sito e il disco è acquistabile on line su ITunes.

Penso che i social network e il web in generale siano mezzi di comunicazione velocissimi indispensabili per arrivare a un maggior numero di pubblico e che permettono la diffusione delle news che riguardano la band, in maniera efficace, se utilizzati con “lume”.

Ovviamente credo che tutto questo sia però già un sistema volto al superamento o alla regressione perché la quantità di materiale che viaggia in rete è talmente ampia che il rischio di perdersi nella mischia è ovviamente altissimo, se non certo. Questi mezzi devono essere di supporto al Live e a ciò che “realmente” e fisicamente fa una band e non sostituirsi alla vita reale di un progetto e dei musicisti che ne fanno parte.

Sarebbe sano tentare di fare uno step e ricreare una scena Rock italiana in cui si riuniscano le band davvero valide e professionali che possano tornare a suonare con più facilità nei locali, nelle piazze, nei festival. Ripensare a sistemi che semplifichino l’organizzazione di concerti sia per gli operatori che per i musicisti e soprattutto, che venga riconosciuto economicamente lo sforzo lavorativo-creativo come nel resto d’Europa.

 

17. Se, fantasticando, poteste scegliere un producer con il quale lavorare, chi scegliereste?

 

Andrea: Daniel Lanois

 

18. E con quale musicista/gruppo realizzereste invece una canzone (o un remix) assieme?

 

Andrea: TV on the radio

 

19. Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt'altro genere. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti? 

 

Andrea: Fausto Rossi, Deep purple, Saxon, Black Sabbath, AC/DC, Uriah Heep

 

Silvia: Andrea Viti con cui ho realizzato questo progetto e che mi ha spinto a cantare e a credere nelle mie idee musicali.

 

Ispirazioni per questo progetto: Jeff Buckley, PJ Harvey, David Bowie, Queen Of The Stone Age, Nick Cave, Daniel Lonois, Neil Young, Rolling Stones.

 

I miei preferiti: Rolling Stones , Pj Harvey, Velvet Underground , The Doors, The Who, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Neil Young, Lou Reed, Sonic Youth, Talking Heads, Bowie, Nine Inch Nails, Pearl Jam, Red Hot Chilli Peppers, Radiohead, Bjork, Fink, Mark Lanegan, The Verve, White Stripes, Low, i primi Afterhours, Marlene Kuntz, Karma, Ella Fitzgerald, Satie, Bach, Steve Reich.

 

20. A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto? 

 

Fare un tour all’estero

 

21. Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico

 

Andrea: “Desperate youth blood thirsty babes” dei TV on the radio.

 

Silvia: “Biscuits for breakfast” di FINK. Linee melodiche che arrivano dal blues e il soul, arrangiamenti originali colmi di “tensione”, una voce splendida e un sound di grande intensità. Ho avuto l’occasione di vederli due anni fa in concerto a Milano e anche dal vivo sono stati sorprendenti.

 

22. Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico

 

Andrea: “Exit” di Fausto Rossi

 

23. Album (o gruppo) in cui avresti voluto suonare

 

Andrea: “Ace of spades” dei Motorhead

 

24. Ultimo album (o gruppo) ascoltato

 

Silvia: “Litghtning bolt” dei Pearl Jam

 

25. Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere

 

Grazie per l’intervista, vi aspettiamo ai nostri live, non mancate!

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crossoverboy

19/05/2014


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