Report a cura di: Fabio Goretti

Faccio appena in tempo a trovare il mio posto nella gradinata del Palafabris quando si spengono le luci e puntuale come un orologio svizzero sale sul palco Dave Matthews accompagnato dalla sua straordinaria band composta ad oggi da due fiati (tromba e sax), un violino e i canonici basso chitarra e batteria, a questi si aggiunge Dave che canta e si alterna tra chitarra acustica e pianoforte.

La formazione suona in maniera impeccabile; veri professionisti saltellano qua e la tra vari generi musicali, dal jazz al funky, dal blues fino a sfiorare sonorità più heavy e rock, tutto questo passando come sempre da quella classica psichedelica anni ’70 e un pizzico di world music che non guasta mai.

Il gruppo parte forte e suona per più di 2 ore e mezza con una brevissima sosta appena prima del bis, sa giocare con pubblico alternando nuovi brani a classici lasciando sempre la sorpresa di sapere cosa verrà dopo. Il gruppo inizia con “the space between” e “when the world ends” in versioni particolarmente dinamiche che fanno ballare il pubblico anche sulle gradinate, particolarmente bella ed emozionante anche “Death on the high seas”, brano per solo pianoforte e voce, eseguito a una mezzora dall’inizio, in maniera impeccabile da Dave, (forse anche per dare un po’ di ristoro ai suoi compagni).

Il Live procede sempre più potente fino a sfiorare l’hard rock in brani come “Gravedigger” o “Crush”, che infiammano ancora di più il pubblico, il live si conclude poco dopo ma fortunatamente la band ci concede un bis, tra cui una meravigliosa versione di “Belly full”. 

Un gruppo da vedere e rivedere, possono piacere più o meno in studio, ma nessuno mai potrà dire che live questo non sia uno spettacolo perfetto di tecnica, potenza ed emozioni.