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17/11/2015 - BOLOGNA - ESTRAGON
Report a cura di: Carlo Vergani
Dopo i fatti di venerdì a Parigi, devo dire che non avrei mai immaginato di vedere l’Estragon pieno ed invece non è stato proprio così.
Il Deathcrusher tour presenta l’unica data italiana dei mitici Carcass ma non solo, Obituary e Napalm Death arricchiscono una serata che si preannuncia letale in apertura della quale ci sono i canadesi VOIVOD.
Di solito i primi gruppi che salgono sul palco si trovano di fronte ad un timido pubblico, ma non è questo il caso, infatti il locale bolognese è già metà pieno rendendo il loro set decisamente più intenso.
Il carisma del frontman è magnetico e anche dopo trent’anni sono ancora capaci di incendiare le folle.
Dopo di loro è la volta dei Napalm Death purtroppo in formazione rimaneggiata per l'assenza del frontman Barny che è stato costretto a rientrare in UK per qualche giorno. La band piuttosto che non suonare ha preferito chiedere al loro amico Reese dei Corrupt Moral Altar di sostituirlo per la data di oggi.
Reese ha un timbro vocale molto intenso e si riesce a mischiare molto bene con tutta la band, riuscendo lo stesso a far breccia nel pubblico.
Purtroppo il tempo a disposizione per tutte le band è poco, cosa che ha fatto andare su tutte le furie molti dei presenti.
Anche gli Obituary fanno meno di un ora di show durante il quale mescolano vecchi classici con brani più nuovi per accontentare tutta la loro cerchia di fans compresi i più nostalgici.
La protesta continua fuori dall’Estragon, molti non entrano per il semplice motivo che i concerti sono iniziati con mezz’ora di anticipo facendo perdere a molti il set dei VOIVOD .
Purtroppo nel locale bolognese le code provocate dai controlli ci sono sempre state e dopo quello che è successo venerdì scorso al Bataclan, hanno un'importanza ancora maggiore.
I Carcass però disintregano tutte le polemiche con un set incredibile.
Jeff Walker ha avuto la folla in tasca proponendo brani incredibili come ‘Mount Of Execution’ ,‘Exhume to Consume’ ,‘Reek Of Putrefaction’, ‘Incarnated Solvent Abuse’, ‘Buried Dreams’ e ‘Heartwork’.
E’ stato un onore vedere suonare alla chitarra Bill Steer con i suoi fantastici riff e il suo sorriso sempre stampato in faccia .
Il suono uscito dalle casse è stato assordante e brutale per tutta la durata del loro set.
I Carcass hanno spento ogni polemica grazie anche a brani come Heartwork con la quale chiudono una serata partita male e conclusa nel modo migliore.