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BEN KENNEY
BURN THE TAPES

Era il 2003 quando Ben Kenney abbandonò il ruolo di chitarrista del gruppo hip-pop The Roots per aggregarsi agli Incubus prendendo il posto del partente Dirk Lance al basso, un compito sicuramente non facile vista l’importanza che quest’ultimo aveva all’interno del quintetto di Calabasas.
Tuttavia in questi 7 anni di attività con Brandon Boyd e compagni il buon Ben non è solo riuscito ad influenzare con il proprio stile il sound del gruppo ma anche a conquistarne i fans grazie alla sua simpatia unita alle sue doti di polistrumentista, ampiamente apprezzate dal pubblico in sede live.
Passata molte volte in secondo piano anche la carriera solista del musicista statunitense è sicuramente degna di nota ed oggi può vantare di un nuovo tassello nella sua discografia, ovvero questo nuovo “Burn The Tapes” fresco d’uscita.
Licenziato dalla Ghetto Crush Industries (etichetta personale di Kenney), l’album in questione è veramente molto bello e rispecchia appieno le varie influenze stilistiche dell’artista, i Police su tutti, oltre che richiamare le sonorità della sua band principale.
Sorprende l’ottimo lavoro effettuato con le chitarre, tra distorte esplosioni rock, virtuosismi raffinati ed intricati arpeggi nei quali è naturale riscontrare una certa influenza dell’amico Mike Einziger (“Homes” su tutte), andando a formare uno scheletro strumentale solido e mai scontato sul quale si estendono linee melodiche di facile presa sull’ascoltatore.
L’apertura dell’album è affidata al mid-tempo di “Beard Of Bees” ma è con brani come “Aftertouch” e “The Kilbosh” che il musicista si scatena ed alza il tiro mostrando tutto il suo talento, due momenti di pura energia che coinvolgono l’ascoltatore grazie ai loro ritmi danzanti e contagiosi.
Altro episodio da segnalare è la bellissima “Worlds Collide”, forse la canzone più bella dell’intera produzione, una piccola perla di rock melodico condita con reminescenze R’n’B’ che coniugano perfettamente passato e presente della carriera di Kenney, mentre nella parte conclusiva del disco c’è anche spazio per le schitarrate di “Habit” e per il mood ipnotico della più riflessiva “Go!”.
In definitiva “Burn The Tapes” è un lavoro che consiglio a tutti gli amanti della musica rock in generale perché mette in evidenza il talento di un musicista a mio parere troppe volte sottovalutato che invece conferma una volta per tutte di possedere non solo invidiabili doti tecniche, ma pure una maturità ed una vena creativa degne di un’artista di primissimo livello.

Whitelocust
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. Beard Of Bees
02. Homes
03. Heemtro
04. Aftertouch
05. Rubber Sheets
06. The Kibosh
07. Worlds Collide
08. Ishmael
09. Habit
10. Go!