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PIXIES
HEAD CARRIES

Innegabile è l'influenza esercitata dai Pixies su tutta la scena alternative dagli anni 90 in poi (Nirvana e primissimi Radiohead su tutti). La band di Boston con soli quattro dischi è riuscita a fondere le abrasive distorsioni del punk rock con una forma canzone a tratti quasi pop e contaminazioni garage e surf. Tuttavia per loro non è mai arrivato il momento del successo commerciale che hanno invece avuto le band che hanno saputo influenzare. Nel 1993 arriva quindi lo split a due anni dall'uscita del buono ma non eccezionale "Trompe le Monde". Ma con gli anni 2000 arriva anche per loro un inaspettata reunion che si concretizza in "Indie Cindy" uscito nel 2014, un disco assolutamente deludente che strizza l'occhio ai clichè della scena indie americana contemporanea e in cui dell'originalità che ha sempre contraddistinto la band di Frank Black e soci non c'è traccia. Così due anni dopo arriva il seguito di cui stiamo parlando ovvero "Head Carrier" con ad aprire le danze l'omonima traccia. La partenza mette subito le cose in chiaro con un brano che ci riporta agli antichi fasti degli anni 80 con chitarre affilate e le voci di Black e della nuova entrata Paz Lenchantin (ex A Perfect Circle) ad alternare morbidissime melodie a ritornelli urlati. "Baal's Back" è l'hardcore secondo i Pixies in due minuti di assalto sonoro, nella successiva "Might As Well Be Gone" la nuova bassista non fa assolutamente rimpiangere le stupende e minimali linee di basso della dimissionaria Kim Deal. Di buon impatto è anche il singolo "Um Chagga Lagga" altro pezzo con ritmi a rotta di collo e un ottimo assolo di Santiago (dopo averlo sentite capirete subito da dove arrivano i suoni di Greenwood su The Bends dei Radiohead). L'album nei suoi 33 minuti di durata scorre che è una meraviglia ma non è tutto oro quello che lucica. Ci troviamo di fronte infatti ad un disco costruito con gran mestiere dove viene rischiato poco o nulla proponendoci quello che ci aspettavamo da una band come i Pixies. Nessuno chiedeva ad una band di cinquantenni di rivoluzionare di nuvo la scena rock ma in alcuni pezzi sembra un po di sentire suonare la cover band di loro stessi.  Non aspettatevi quindi niente di innovativo o grandi evoluzioni perchè rimarrete seriamente delusi, se invece siete amanti della band e cercate un disco che vi faccia divertire per mezz'ora allora questo "Head Carries" fa decisamente al caso vostro.

Marco Neri
Voto: 6,5
TRACKLIST:

1."Head Carrier" 3:36

2."Classic Masher" 2:37

3."Baal's Back" 1:54

4."Might as Well Be Gone" 2:48

5."Oona" 3:38

6."Talent" 2:12

7."Tenement Song" 2:57

8."Bel Esprit" 3:12

9."All I Think About Now" 3:07

10."Um Chagga Lagga" 3:00

11."Plaster of Paris" 2:06

12."All the Saints" 2:41