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EKTOMORF
REDEMPTION
Quello che sto per dire forse vi spiazzerà un po’ ma pare proprio essere il vero; gli ungheresi Ektomorf hanno smesso di scopiazzare di sana pianta i progetti in cui è coinvolto Max Cavalera (Soulfly, Sepultura) e per la prima volta nella loro carriera con il nuovo “Redemption” (nono studio album) tentano di trovare una propria identità.
Intendiamoci, alcuni brani Cavalerizzati ci sono ancora come “Last Fight” e “Redemption”, ma già da “I’m in hate” si intuisce che questa volta la band punto di riferimento sembrano essere diventati i Machine Head degli anni novanta con il loro post thrash carico di groove. In “God will cut you down” mi pare di risentire un’altra band post thrash forse troppo snobbata come gli Skinlab, tenendo sempre ben presente però che la voce di Zoltàn rimane sempre una copia autenticata di quella di Max Cavalera. “Stay away” e “Never Should” portano gli Ektomorf sugli stessi binari filo-nu metal che i Machine Head percorsero con “The Burning Red”, con quel mix di groove e rap core che forse in questo caso arriva decisamente fuori tempo massimo anche se i risultati non sono malvagi.
Un po’ a sorpresa arriva un insolito passaggio grunge con la piacevole “Sea of my misery” che ricorda i Nirvana grezzi di “In Utero”. Un’altra sorpresa è rappresentata da “The one”, brano di chiara ispirazione Soulfly (periodo "Primitive") in cui troviamo un insolito featuring con il rocker Danko Jones; brano dal buon tiro, ma sinceramente il featuring in questione sembra un po’ fuori luogo, forse più un tentativo da parte della band di mettersi in mostra anche oltre oceano. “Revolution” è un altro brano dalle diverse anime, ma gira che ti rigira le più immediate che saltano alla mente sono sempre i Soulfly e i Machine Head di una decina di anni fa e anche i tre brani di chiusura: "Cigany", "Stigmatized" e "Anger" non si avventurano in sentieri troppo diversi da questi.
Dare un voto a questo album è un po’ complicato, certamente chi ha sempre accusato gli Ektomorf di essere poco più di una cover band ora dovrà fare qualche riflessione in più; per quanto mi riguarda apprezzo il tentativo di staccarsi dal capezzolo che li ha allattati anche per troppo tempo, ma è chiaro che ancora c’è del lavoro da fare prima di poter camminare completamente con le proprie gambe.
UnderD
Voto: 6,5
TRACKLIST:

01.Last fight
02.Redemption
03.I’m in hate
04.God will cut you down
05.Stay away
06.Never should
07.Sea of my misery
08.The one (feat. Danko Jones)
09.Revolution
10.Cigany
11.Stigmatized
12.Anger