The Damned Things è la nuova band in cui convergono la vecchia e la nuova generazione della musica dura: la prima porta in dote Scott Ian e Rob Caggiano (Anthrax) mentre tra le giovani leve troviamo Joe Trohman e Andy Hurley (Fall Out Boy) e Keith Buckley e Josh Newton (Every Time I Die).
L'incontro di personaggi così diversi tra loro scaturisce in una proposta molto personale, risultato che nella moda dilagante dei supergruppi viene spesso e volentieri centrato. Le basi su cui i TDT costruiscono il proprio sound poggiano su un rock moderno fatto di riff energici ed intrecci chitarristici tanto cari al metal old school ed ereditati dall'hardcore melodico in seguito, dando l'impressione che il primo obiettivo della band sia divertirsi e far divertire ("Friday night" ne è il manifesto).
Effettivamente al primo approccio con questo "Ironiclast" si avverte la spensieratezza di questi sei musicisti nel creare qualcosa di semplice e immediato, anche se la classe con cui ciò si realizza è un aspetto da non sottovalutare nella maniera più assoluta.
I punti forza dell'album partono dall'ottimo lavoro delle tre chitarre, granitiche e melodiche quando serve, lasciando un terreno fertile sul quale Buckley può seminare le sue linee vocali accattivanti e di facile presa, peccando tuttavia in qualche occasione di fare uso di soluzioni molto similari ("Handbook for the recently deceased", "Ironiclast" e "Little darling" sembrano infatti condividere la stessa strofa).
L'esperimento dei TDT può dirsi riuscito al primo colpo e credo fermamente che "Ironiclast" non sarà un episodio isolato ma avrà presto un suo successore.