groovebox
Dal 6 ottobre riparte GROOVE BOX su Radio Lupo Solitario 90,7 FM!
La trasmissione andrà in onda ogni Giovedi dalle 20 alle 21!
Per contattarci in diretta:
sms: (+39) 334 2247977
E-mail: onair@radiolupo.it
Groovebox
TIMES OF GRACE
THE HYMN OF A BROKEN MAN
Eravamo tra il 2002 ed il 2003 quando i Killswitch Engage si separarono dal cantante Jesse Leach, da allora i destini delle due parti furono totalmente differenti: la band reclutò il nuovo cantante Howard Jones e grazie ad uno stile più melodico diventarono i padrini del metalcore a livello internazionale, mentre Jesse si imbarcò in progetti più underground tra lo stoner metal e ritorni di fiamma metalcore poco felici.
Nel 2007 il chitarrista e compositore dei Killswitch Engage, Adam Dutkiewicz, riallacciò i contatti con Jesse, la voglia di rifare musica assieme fù immediata e così naque il progetto Times Of Grace in cui molti vedevano la reincarnazione dei primi KSE. A causa dei tanti impegni delle parti coinvolte la stesura dell'album ha richiesto ben quasi 2 anni di lavori, ma alla fine il tanto atteso "The Hymn Of A Broken Man" è arrivato alla portata delle nostre orecchie.
Chi si aspettava un album in stile vecchi KSE forse rimarrà deluso anche se non mancano pezzi old school come "Strength In Numbers", la title track "The Hymn Of A Broken Man" e "Hope Remains" che pur essendo ottimi pezzi non aggiungono nulla al metalcore che Adam e Jesse ci hanno fatto ascoltare negli ultimi 10 anni.
Il discorso si fa molto più interessante ascoltando il resto dell'album, che è una quasi perfetta miscela tra metalcore, thrash metal, groove metal, classic metal, classic rock e melodie fortemente emozionali (attenzione, ho detto emozionali e non emo... cose quasi alla Deftones per intenderci). Gli spunti più interessanti si possono trovare in brani come "Willing", un mix di thrash e rock in stile Metallica/Trivium con l'aggiunta dell'interpretazione assolutamente coinvolgente di Jesse che emana allo stesso tempo potenza e calore. Quello che colpisce di più dell'album è stata la capacità da parte della band di comporre brani da pubblico, cioè dalla indubbia potenza ma al tempo stesso con melodie che portano spesso alla cantata collettiva come ad esempio due possibili cavalli da battaglia come "Where The Spirits Leads Me" e "Live In Love".
Particolare ed intrigante "Until The End Of Days" che parte romanticamente puzzando quasi di semi ballata per poi esplodere in un lento e magamatico groove/screamo per poi concludersi con un Jesse sempre a cavallo tra melodia e screamo (più o meno sulla stessa falsa riga troviamo anche "The End Of Eternity"). Come detto in apertura o quasi, c'è spazio anche per il classic rock americano che fa capolino sulla ballata "The Forgotten One" che sa un po' di Stone Sour e nella canzone di chiusura "Fall From Grace" che potrebbe quasi ricordare la potenza romantico/melodica dei vecchi Staind. Per quanto riguarda il resto potrei citare il thrash emozionale di "Worlds Apart", altro brano da contemporaneo roteamento di capelli e sventolamento di accendini (occhio a non darvi fuoco alla criniera).
Questo "The Hymn Of A Broken Man" ha diverse anime, definirlo metalcore sarebbe troppo riduttivo, anche perchè per gran parte non lo è, forse è un primo accenno di post-metalcore che dopo i primi ascolti pare funzionare: Jesse e Adam hanno dato vita ad una creatura che farà parlare di sè, soprattutto perchè suona nuova pur usando elementi già conosciuti e solo due colonne del genere (il metalcore) potevano tentar di proporre qualcosa di vagamente nuovo perchè tutti gli altri sono impegnati in febbrili opere di clonazione.
UnderD
Voto: 8
TRACKLIST:

1. Strength in Numbers
2. Fight for Life
3. Willing
4. Where the Spirit Leads Me
5. Until the End of Days
6. Live in Love
7. In the Arms of Mercy
8. Hymn of a Broken Man
9. The Forgotten One
10. Hope Remains
11. The End of Eternity
12. Worlds Apart
13. Fall from Grace