“The King Is Fat’n’Old”, seconda fatica discografica dei milanesi Destrage, era uno dei dischi che attendevo con più curiosità nell’anno appena conclusosi, perché da quando ascoltai per la prima volta il loro debutto “Urban Being” non potei fare a meno di riconoscere il grande talento di questi giovani musicisti nostrani, dotati di un potenziale ancora in gran parte inespresso ma in procinto di esplodere in tutta la sua grandezza.
Un esplosione che a giudicare da queste nuove 12 tracce c’è stata eccome perché con questo nuovo album il quintetto ha saputo sorprendermi andando oltre le mie pur rosee aspettative e confermandosi come una delle più valide e promettenti realtà nell’ambito del “Modern Metal” non solo italiano ma addirittura internazionale.
Ho scritto Modern Metal perchè catalogare il sound del gruppo entro un genere ben preciso sarebbe certamente limitativo vista la varietà di contaminazioni sonore che lo stesso incorpora al suo interno, dove poggiando su solide basi metalliche i nostri danno pieno sfogo alla propria follia creativa, tra virtuosismi prog, rasoiate death, rock’n roll selvaggio ed aggressività hardcore.
L’opener “Double Yeah” irrompe con prepotenza e da sola basterebbe a mettere in piena luce le incredibili qualità tecniche dei vari componenti, abili nel delineare strutture complesse ed articolate, dinamiche ed imprevedibili, sulle quali il cantante Paolo si destreggia tra growl violenti, screams sofferti e linee melodiche di ottima fattura.
Nonostante possano trovarsi parecchi riferimenti ad alcune formazioni più blasonate come System Of A Down, Avenged Sevenfold, Killswitch Engage, Sikth e Protest The Hero, i Destrage riescono comunque a dare un’impronta personale ai propri brani, dimostrando anche una gran voglia di divertirsi, unita ad una giusta dose di ruffianeria che traspare chiaramente da alcuni episodi, su tutti il primo singolo “Jade’s Place” destinato a diventare un vero e proprio inno durante i live-show.
Canzoni come “Neverending Mary”, “Back Door Epoque” o “Smell You Later Fishy Bitch” non possono di certo passare inosservate forti di una resa sonora impeccabile e priva di sbavature, conseguenza dello splendido lavoro fatto in sede di produzione da parte di Ettore Rigotti, un nome che ormai è una garanzia.
A mio avviso “The King Is Fat’N’Old” rappresenta una delle migliori uscite discografiche del 2010, un disco sorprendente che conferma i Destrage come la vera rivelazione del metal italiano, perfettamente in grado di farsi largo in futuro trai più blasonati nomi della scena internazionale per conquistarsi un posto di rilievo.