A tre anni di distanza dall’uscita dell’ultimo album “Light It Up”, dal quale fu estratto il singolo di grande successo “Hellyeah” (colonna sonora del telefilm americano “Blue Montain State” ed utilizzato all’interno di varie manifestazione targate WWE), tornano i Rev Theory con un lavoro nuovo di zecca intitolato “Justice”.
Questo terzo album del quintetto del Massachusetts si presenta come un perfetto mix tra i suoi predecessori (compreso dunque il primo “Truth Is Currency” datato 2005) con un sound dall’animo hard-rock ma dagli sviluppi decisamente più moderni, che mantiene un voltaggio elevato per quasi tutta la sua durata.
Le chitarre del duo Jorgensen/Lixx iniziano a scatenarsi sin dalle prime note dell’opener “Dead In A Grave”, lasciando ampio sfogo alle distorsioni con un riffing ribelle e selvaggio che richiama lo spirito glam di Motley Crue e Gun’s Roses ma al tempo stesso le tormentate atmosfere grunge degli Alice In Chains.
Il gruppo ha deciso di adottare un approccio più heavy ed aggressivo che si protrae in ognuno degli 11 brani contenuti nel disco fatta eccezione per le due ballate “Say Goodbye” e la conclusiva “Hollow Man”, unici momenti in cui il cantante Rich Luzzi tira un po’ il fiato e mostra il suo lato più romantico.
Per il resto è una serie di momenti tirati ed energici che sebbene non introducano nulla di nuovo da un punto di vista stilistico riescono a convincere grazie a melodie mai eccessive e sempre accattivanti che si stampano nella mente dell’ascoltatore aumentandone il coinvolgimento.
Forse manca un vero e proprio pezzo portante come lo fu il prima citato “Hellyeah” per “Light It Up”, ma resta il fatto che “Justice” è un album che, pur non apportando alcuna rivoluzione, vince in termini di solidità e compattezza lasciandosi apprezzare in ogni sua parte.