Il settimo studio album dei ..And you will know us by the trail of dead, per questioni di praticità chiamati più semplicemente Trail of dead, è la dimostrazione di come l'ala progressive della musica sia oggi più ispirata che mai, sia che si parli di metal che di rock.
Sin dalle prime note dell'intro strumentale "Let us experiment", i Trail of Dead scrivono le premesse per inghiottirci in un vero e proprio vortice di suoni spaziali e intricate strutture strumentali. La bellezza di questo "Tao of the dead" è racchiusa tuttavia nella capacità della band texana di abbinare ad una tecnica eccellente un'incredibile gusto per la melodia, richiamando per certi versi il rock di matrice inglese: nelle due splendide "Pure radio cosplay" e "Summer of all dead souls", primi singoli estratti, sembra infatti di sentire una versione progressive degli Oasis, un accostamento forse un po' forte ma che rende in un certo senso l'idea.
I riferimenti alle sonorità british si incontrano spesso nell'ascolto di tutte le canzoni: da "Cover the days like a tidal wave", in stile Muse periodo Absolution, passando per "The wasteland", figlioccia della sabbathiana "Fluff", fino alla coppia "The spiral jetty"-"Weight of the sun", da considerarsi episodi di uno stesso tema musicale.
La vena prog dei Trail of Dead trova il suo culmine nella conclusiva "Strange news from another planet", un viaggio catartico di sedici minuti in cui i musicisti danno sfogo a tutta la loro creatività toccando le parti più profonde di se stessi.
"Tao of the dead" è uno di quei dischi che raramente capita di sentire, capolavoro che punta dritto alla corona di disco dell'anno.