Chi ha mai visto gli Hierophant dal vivo sa che questo loro esordio discografico è un lavoro che non può passare inosservato.
Pubblicato per la tedesca DemonsRunAmok Records l’omonimo debutto del quintetto di Ravenna rappresenta infatti un vero e proprio viaggio all’interno di territori demoniaci dove influenze hardcore e black metal si fondono per trascinarci in un vortice turbinoso di rabbia e violenza che lascia il segno.
Atmosfere apocalittiche fanno dunque da sottofondo ad un riffing forsennato, nervoso, potente, sorretto da una produzione grezza e ruvida che ne esalta il lato più oscuro ed estremo con una sezione ritmica dinamica che ben si sposa con i continui cambi di coordinate, da schegge di pura follia a granitiche cavalcate doom/sludge.
Mi viene naturale fare un paragone con i connazionali The Secret anche se gli Hierophant prestano forse più attenzione all’ambiente sonoro che circonda i vari brani perdendosi ogni tanto in qualche lunga divagazione strumentale oppure in episodi più lenti che possono rappresentare una base di partenza per future evoluzioni nel sound del gruppo.
Non oso pensare cosa questi giovani musicisti potrebbero realizzare dietro le direttive di un guru del genere come Kurt Ballou, ma nel frattempo non possiamo far altro che goderci brani come “Lambgoat” o “AS Kaliki” (con le guest vocal di Dwid Hellion degli Integrity) cercando di resistere alle scosse telluriche essi stessi che sono in grado di provocare.