I Dreker sono una giovane band italiana nata nel 2008. Da allora i cambi di line-up sono stati innumerevoli ai limiti dell’orgiastico.
Questa situazione ha senz’altro dato continua linfa vitale al gruppo, quanto una certa confusione e poca stabilità all’intero progetto. “In thrash we trust” è un demo di cinque brani di cui la produzione non è certamente l’asso nella manica ma questa mancanza “materiale”, per così dire, non è la sola che mina profondamente questo lavoro dei Dreker.
Infatti nonostante la band tenti di coniugare un puro thrash-metal con un’attitudine “fancazzista” e demenziale (idea peraltro vecchia come il cucco), il risultato finale è lontano anni luce da un esito ilare, divertente e puramente demenziale come accade in un gruppo affine per genere, come ad esempio i Kurnalcool.
Qui la nota satirica è affidata principalmente all’introduzione dei brani (in “We want to drink” per esempio ne troviamo una di Homer Simpson sull’alcol, tanto per capirci), mentre nel resto del pezzo c’è spazio solo per un punk, thrash-metal di dubbio gusto (nonostante la preparazione tecnica dei musicisti) che scivola via senza lode e senza infamia. Un pezzo francamente brutto è poi ”Bimbominkia”, in cui nell’introduzione c’è una mordace invettiva contro i fan dei Tokio Hotel.
Insomma, per farla breve il risultato complessivo è totalmente fiacco e scialbo, che lascia totalmente indifferenti e anche un po’ avviliti. La loro idea di demenzialità è – se si può dire –  più demenziale della demenzialità stessa: fine a sé stessa, male incorporata nel brano e soprattutto troppo facile.
Il gruppo pare essere giovanissimo, quindi credo che il tempo per raddrizzare la rotta c’è tutto. Ripartire da zero a volte può essere molto più utile che un’ostinazione capricciosa che in questo caso potrebbe addirittura suonare solo come un accanimento terapeutico. Mi spiace ma per ora non ci siamo proprio.