Dopo cinque anni di lontananza dalle scene ritornano i newyorkesi The Strokes con un attesissimo nuovo album al quale spetta il compito di riscattare le critiche negative ricevute dall’ultimo non entusiasmante “First Impressions Of Earth”.
“Angles” è un lavoro ambizioso nel quale il quintetto si è dedicato apertamente a sperimentazioni con il chiaro intento di rinnovarsi e proporci dunque un sound fresco ed eterogeneo con il quale esplorare l’ambiente pop a 360°, dalle sue evoluzioni più rock sino a soluzioni che sfiorano addirittura l’elettronica.
Il risultato è dunque un album piuttosto complesso nelle sue continue variazioni stilistiche attraverso le quali Casablancas e soci guardano indietro nel tempo, si riaffacciano sulla scena musicale anni ’80 donando ad ogni brano un retrogusto “vintage” pur lasciandogli cucita addosso una veste più moderna e decisamente accattivante grazie a linee melodiche di ottima fattura.
Se nel ritmo scanzonato di “Under A Cover Of Glass” possiamo trovare un punto di collegamento con i lavori precedenti per il resto abbiamo una serie di diverse suggestioni musicali come nell’atmosfera reggae di “Machu Picchu”, nella ipnotica psichedelia di “You´re So Right”, nella ballad moderna “Life Is Simple In The Moonlight” oppure nell’elegante new wave di “Two Kinds of Happiness”, che all’inizio sembra quasi un pezzo dei Buggles.
Gli Strokes provano a rimescolare le carte in tavola, si prendono qualche rischio in più nel cercare di rendere più varia la propria proposta musicale riuscendoci però solo parzialmente, con un risultato complessivo sicuramente più che positivo ma non ancora convincente al 100%.
Stiano però tranquilli i fans perché nella classifica delle migliori formazioni indie-rock internazionali il quintetto mantiene saldamente il proprio posto al vertice pur non essendo ancora riuscito a bissare il successo del folgorante disco d’esordio “Is This It”, impresa direi non semplice che però in molti esigono dalla formazione americana.
Con “Angles” gli Strokes non ci deludono ma nemmeno fanno gridare al miracolo, semplicemente stanno preparando il terreno per nuovi percorsi sonori che sembrano voler intraprendere nel prossimo futuro, dunque bisogna essere pazienti ed aspettare che il tempo ci dica se la direzione è quella giusta.