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AARON'S AGONY
LOST INSIDE MYSELF
Gli Aaron's Agony propongono un sound, o meglio IL SOUND più in voga del momento, sto parlando di quei brani composti da breakdown dopo ogni ritornello, da voci growl su strofe e "teen-melodiche" su ogni ritornello senza dimenticare una molteplicità di cori "da stadio" per completare l'opera.
"Lost Inside Myself" è il loro debut album, curato sotto tutti i punti di vista avendo un team gestionale di tutto rispetto: registrato al Westlink Studio di Cascina (Pisa) il disco è stato prodotto da Alessandro Paolucci (Vanilla Sky, Shandon, Prozac +, Raw Power), mixato da Alessandro Sportelli mentre il mastering è stato effettuato nientepopodimeno che da Alan Douches (A Day To Remember, Atreyu ecc.).
Ma nonostante tutto questo "dream-team", da un’etichetta tedesca (Anstreet Records) al Management This is core music a fare le veci della band, dopo l'ascolto del disco l'unica sensazione che mi salta in mente è soltanto noia con la voglia di passare sulla traccia successiva dopo i primi 20 secondi d’ascolto.
Questo perchè ogni brano suona praticamente uguale all'altro, ogni sua struttura è composta alla stessa maniera, si parte a gran velocità per poi sfociare ogni 4-8 battute di media sui soliti breakdown con cori teenager e voce growl sforzata che a volte fa anche tenerezza sembrando più capricci di bambino che un growl degno di "nota" (o di rumore nda).
Brani innocui, riff sentiti e strasentiti e idee e soluzioni pari a zero. Anche l'interlude elettronica "Aurorean" risulta essere scontata, soluzione adottata da una molteplicità di band più blasonate e sopravalutate.
Sembra quasi che l'obiettivo degli Aaron's Agony sìa più quello di scimmiottare i loro beniamini citati prima aggiungendo un'altra teenage band come i Bring Me The Horizon. Strumentalmente però la band se la cava (buona la soluzione di pianoforte sul finale di "we are back"). Buoni anche gli arrangiamenti di chitarra accompagnati da un discreto lavoro ritmico che non incide come dovrebbe ma che si "limita" ad "accompagnare" il riff senza troppi affanni.
Una sufficenza meritata solo per la giovane età sperando che "Lost Inside Myself" rappresenti solo un errore di percorso dovuto all'inesperienza della band essendo solo al loro terzo anno di vita (nata nel 2008 nda).
Sperando in un loro sviluppo e maturazione stilistico-artistica consiglio agli Aaron's Agony di non limitarsi ad imitare i loro beniamini e di cominciare a rendersi conto delle proprie capacità, solo così potranno spaccare i culi per davvero.
Francesco “Brus” Campanelli
Voto: 6
TRACKLIST:

1.Chapter One
2.Is It The Real Beginnin?
3.Acta Est Fabula
4.Felling Lovesick Is For Assholes
5.We Are Back
6.Inner Hurricane
7.Aurorean
8.It’s Mmanna From Heaven
9.A Second Chance
10.Another Sick Story
11.Chained To The Fate
12.Voices From The Inside Callfor Valkyria