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DEVOTION
VENUS
Dopo averci ben impressionato al loro esordio con “Sweet Party”, uscito due anni fa, ecco finalmente il ritorno sulle scene dei vicentini Devotion giunti alla pubblicazione per Bagana Records della loro seconda fatica discografica.
Prodotto ottimamente da Maurizio Baggio agli Hate Studio, “Venus” rappresenta il nuovo tassello di un processo di crescita che il quartetto sta portando avanti dal 2005, alla ricerca di un sound sempre più personale che fondamentalmente affonda le sue radici nella scena metal/alternative di Sacramento pur mantenendosi propenso a nuove sperimentazioni.
Posso tranquillamente confermare che l’atteso salto di qualità c’è stato eccome, perché basta ascoltare l’opener “Red Carpet” per rimanere da subito avvolti dal suo groove potente, dalla sua atmosfera malinconica, dalla delicatezza di linee melodiche spezzate da improvvise esplosioni di violenza.
Pur presentando forse un impatto meno immediato rispetto alle precedenti composizioni della band, le successive nove tracce del disco scorrono in maniera fluida e convincente, con soluzioni più particolareggiate e studiate nei minimi dettagli che però non appesantiscono l’ascoltatore, anzi ne accrescono l’interesse.
Ci si ritrova dunque catapultati in un turbinio sonoro di emozioni che alterna episodi rabbiosi, schegge di pura follia come “Drinkin’ Shibuya”, “When You Tell Me a Lie” o “Golden Axe”, ad altri decisamente più soft tra i quali spicca la bellissima “Timeless Beauty”, scelta anche come primo singolo per il suo ritornello orecchiabile.
Se il precedente album seguiva forse un po’ troppo le direttive stilistiche tracciate dai Deftones in passato, con questo nuovo lavoro il gruppo riesce a ridurre il proprio debito nei confronti di Chino Moreno e soci facendo emergere una propria impronta caratteristica che di questo passo non potrà che farsi sempre più definita.
“Venus” è un dunque disco onesto, un disco intriso di passione con il quale i Devotion ci danno ulteriore conferma del proprio talento continuando con coerenza il proprio cammino verso una maturità artistica sempre più vicina, verso un futuro nel quale speriamo di poterli nuovamente elogiare.
Whitelocust
Voto: 8
TRACKLIST:

01. Red Carpet
02. Dakota
03. Timeless Beauty
04. Drinkin’ Shibuya
05. Nova
06. When You Tell Me a Lie
07. Pink Socks
08. Golden Axe
09. Karma
10. Venus