Dopo solamente un anno tornano i romani Palkoscenico al Neon con questo “Lucas” che fin dal primo brano sembra tirare schiaffi all’ascoltatore facendolo riprendere dal torpore della routine quotidiana: il ritmo è forsennato pur riuscendo a mantenere una sorta di autocontrollo che tiene in riga il sound senza cadere in sbavature, facendo perno su parti cantate in doppia voce che mi portano alla mente i primi Linea 77.
Bisogna però ammettere che questo mix di chitarre unite a voce sempre urlata, pur rivelandosi molto incisivo, non ha molte variazioni in corso d'opera portando come logica e diretta conseguenza una ridondanza ciclica che alla lunga - inevitabilmente - stanca: la difficile situazione in cui si trova il nostro paese e la voglia di rivoluzione sono i temi più caldi che compaiono nei testi (forse un po’ troppo estremisti) ma se si vuole distruggere il potente bisogna essere incazzati e vogliosi di cambiare le cose.  Con il brano “Colpo di Stato” in particolar modo i Palkoscenico Al Neon non esitano a comparare il nostro Premier con i tiranni del passato: questa canzone è un po' l'emblema del mood generale dell'album, che attacca senza timore i temi della politica eccedendo talvolta nei contenuti.
Un po’ Linea 77 un po’ Punkreas, questi Palkosceniko Al Neon sembrano aver trovato la formula giusta per poter crescere sempre di più e soprattutto proporsi ad un pubblico politicamente schierato.