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RUNAWAY
VOGLIA DI LINGUA

I Runaway nascono nel maggio del 2001 con l’obiettivo di proporsi con canzoni proprie nel panorama musicale monferrino: come ogni band emergente, il gruppo comincia a suonare dal vivo nei locali della zona eseguendo prettamente cover, mentre già iniziano a comporre pezzi propri.
Approdano così successivamente nel mondo della musica inedita nel 2003 con la pubblicazione del loro album d’esordio intitolato “Where is the 316?!?...”; il gruppo continua la sua crescita musicale partecipando a concorsi e seminari in tutta Italia, tra cui il “Music Village”.
Il 2008 è un anno di novità per i Runaway: oltre all’uscita del loro secondo album autoprodotto, “Unreachable Places” che vende 400 copie, i componenti diventano cinque con l’arrivo di un nuovo chitarrista e segnano un punto di svolta passando da canzoni in inglese a canzoni in italiano. Nel 2009 scrivono dodici nuovi pezzi in italiano che andranno a comporre il loro prossimo album “Voglia di Lingua”, uscito a inizio maggio per This is core!
Semplicità & puro rock and roll! Al primo ascolto è quanto traspare nell'immediato: i suoni sono "puliti ma non troppo", ricordando molto gruppi rock in particolar modo degli anni '90 con riff di chitarra marcati che accompagnano la voce di Gianluca. Vi sono inoltre rimandi evidenti al classico Rock all’italiana, quello per intenderci del primo Ligabue, con testi che parlano di storie d’amore finite male, di alcool e di rock and roll. Così come era solito fare il rocker emiliano, anche i Runaway optano per una combinazione tra brani più veloci e ballad melodiche, sebbene in particolar modo la voce non mi convinca del tutto dandomi l'impressione di poter dare e fare molto di più.
Il disco cala un po' nel finale complice anche una vaga sensazione di monotonia dovuta all'eccessiva somiglianza tra le 12 canzoni che compongono la tracklist: come consiglio mi viene spontaneo dire di sfruttare di più e meglio le doti canore di Gianluca e i riff dei due chitarristi cercando di lavorare maggiormente sulle emozioni trasmesse, poichè in questo caso trovo una discrepanza tra testi e musica in particolar modo dovuta ad una sofferenza scritta su testo ma non interpretata musicalmente.
In conclusione posso dire che il disco nel suo complesso è buono, ma vi sono al contempo grossi margini di miglioramento per poter fare un salto di qualità che possa catalizzare l'attenzione del pubblico.

Crossoverboy

TRACKLIST:

01. Nello stesso senso
02. Dici di no
03. Il meglio di te
04. 2 alla terza
05. Pagine
06. Memoria
07. Ma dai
08. Qualcosa cambierà
09. Solo e stabile
10. Caffè
11. Giornate
12. Parlando