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LIMP BIZKIT
GOLD COBRA
Finalmente... è la prima parola che mi viene in mente non appena uscito dal negozio di dischi col cd appena acquistato!
Già, finalmente dopo 6 anni di silenzio, cinque album in studio e oltre 30 milioni di album venduti tornano i Limp Bizkit con un nuovo album d'inediti intitolato "Gold Cobra".
L'attesa è stata lunga e parecchio sofferta, c'è chi li ha dati per spacciati e per finiti, ormai sulla soglia del fallimento; c'è chi ha esultato per questa loro temuta dipartita, odiandoli perchè "poco metal" o "chart band" per far felici le tanto odiate multinazionali televisive musicali.
E invece no! E per la rabbia di pochi a discapito dell'immensa gioia dei milioni di fan (me compreso) i cinque di Jacksonville sono tornati, pronti a presentare la loro ultima fatica sui palchi di tutto il mondo, evidenziando riff su beat e groove su flow e quant'altro li ha resi celebri nel mondo!!
Adesso però passiamo alla disamina di "Gold Cobra": partendo da un'analisi a freddo dal punto di vista fisico del prodotto, il cd si presenta con una copertina realizzata da quel malato mentale di Wes Borland ritraendo tre ragazze seminude stese in una giungla mentre esprimono smorfie facciali, con sullo sfondo una specie di uomo-scimmia che, scaccolandosi, osserva eccitato le tre "bitches" mentre un cobra gigantesco le sovrasta come se volesse mangiarsele. A mio parere si poteva fare molto meglio poiché in sé la copertina è tutt'altro che "bella" (parere personale).
Proseguendo sfogliando l'interno del booklet ho dedotto che Mr. Durst & Co. hanno optato per la semplicità della forma, non inserendo testi ma solo i ringraziamenti da parte di ogni elemento della band con una foto e "caricatura" disegnata sempre da Wes. Tutto sommato l'artwork (a parte la copertina) è ok ma ripeto: dopo oltre sei anni di assenza mi sarei aspettato qualcosa di più chessò, qualche foto, testi, cd multimediale con videomaking del disco e invece niente.
Evidentemente - ho pensato - avranno preferito focalizzarsi maggiormente sulla stesura dei nuovi inediti, fase in cui hanno azzeccato in pieno tutti i gusti per accontentare gli "old school soldiers" e i nuovi fan che magari si avvicineranno per la prima volta ai Bizkit proprio con "Gold Cobra".
Si parte con l'intro "Introbra" composta di un inquietante mix di suoni e voci intrecciate per poi passare a "Bring It Back" che al primo impatto sembra un brano 100% Hip Hop grazie alla predominanza dei beat di Dj Lethal condita da un riff-loop di Borland. Ma attenzione, perché dopo ogni strofa... Signore e signori... inizia il vero divertimento!
Il cd scorre splendidamente con la successiva nonché titletrack "Gold Cobra", "Shark Attack", la potentissima "Get A Life" (il ritornello tutto urlato da Fred è incredibile per la sua furia!); "Shotgun" poi è un vero e proprio diamante soprattutto sul finale in cui Lethal crea un beat mixando il caricatore e lo sparo di un fucile a pompa.
La prima cosa che si nota track-by-track è un notevole miglioramento del flow di Fred Durst, diventato più scorrevole e - se vogliamo - anche più "pappone"; a questo aggiungiamo inoltre un incredibile e palese entusiasmo come se fosse il loro primo disco. Non mancano tuttavia i momenti più "sweet", come in "Loser" e "Walkin Away"; ad ogni modo le 'frenate' si limitano a ciò, tornando subito a spingere con il rapcore potente e aggressivo di "Why Try" e "90.2.10", per non parlare dell'ironica "Autotunage" dove mr. Durst prende in giro gli artisti che utilizzano appunto "l'autotunage" che, per chi non lo sapesse, è il famoso modulatore della voce molto utilizzato nel West-Coast Rap e, esempio più immediato, negli Eiffel 65 di "Blue".
Per molte orecchie "Gold Cobra" potrà sicuramente sembrare il solito polpettone "yoyo jumpdafuckup!" o addirittura "poco ispirato" e per certi versi anacronistico, ma in fondo questo è il compito dei Limp Bizkit come ricordato più volte dallo stesso Fred Durst: non hanno nulla da dimostrare, non devono conquistare i sempreverdi "bastian contrario" della musica (cioè coloro che criticano qualcosa a prescindere giusto per atteggiarsi a espertoni), non devono cercare evoluzione a tutti i costi ed il loro scopo è continuare a suonare quello che sanno fare meglio e che piace ai loro fans, che tradotto significa crossover-rapcore-rap rock-rap metal o come diavolo vi piace chiamarlo.
Sin dal loro primo album datato 1996 - il cui titolo altro non diceva che "su questo disco non ci scommetto più di 3 dollari" - i Limp Bizkit continuano pertanto a suonare con la stessa grinta e divertimento dei primi tempi, sempre conditi da quel "tocco di cazzoneria" che li aiuta a non prendersi troppo sul serio aiutandoli a dare ai fans ciò che essi vogliono. E questa è la formula vincente.
Bentornati Limp Bizkit.
Francesco “Brus” Campanelli

TRACKLIST:

1. "Introbra"   1:20
2. "Bring It Back"   2:17
3. "Gold Cobra"   3:53
4. "Shark Attack"   3:26
5. "Get a Life"   4:54
6. "Shotgun"   4:32
7. "Douche Bag"   3:42
8. "Walking Away"   4:45
9. "Loser"   4:53
10. "Autotunage"   5:00
11. "90.2.10"   4:18
12. "Why Try"   2:51
13. "Killer in You"