A distanza di tre anni dall’ultimo “Shogun” gli americani Trivium tornano finalmente sulle scene con un album nuovo di zecca, forti del continuo e solido supporto della Roadrunner Records.
“In Waves”, quinto tassello di una discografia finora invidiabile, è un lavoro che si riavvicina a quello stile metalcore che ha portato al successo il quartetto, sebbene il tutto venga oggi interpretato da musicisti decisamente più maturi e più consapevoli dei propri mezzi.
I fans della formazione di Orlando possono dormire sonni tranquilli perché nell’ambito dell’heavy-metal moderno Matt Heafy e soci mantengono il loro status di primi della classe (condiviso con poche altre band) pur senza regalarci particolari sorprese, limitandosi a svolgere il proprio compito senza spingersi troppo oltre alla ricerca di nuove direzioni sonore.
Come detto prima si assiste ad una sorta di ritorno al passato, soprattutto da un punto di vista vocale dove il frontman riesuma il suo cantato in growl alternandolo a parti melodiche che il più delle volte sfociano in chorus orecchiabili e sicuramente ben riusciti, come ad esempio nella title-track scelta come primo singolo.
Da un punto di vista strumentale le chitarre rivestono sempre un ruolo di primo piano con riff taglienti che si intrecciano in maniera feroce tra incursioni in campo death e virtuosismi prog che arricchiscono il risultato finale sebbene nulla di nuovo venga proposto rispetto al recente passato.
Infatti nonostante canzoni come “Watch the World Burn”, “Dusk Dismantled” e “Caustic are the Ties that Bind” meritino più di un applauso, in altri episodi il gruppo sembra fare ricorso in maniera quasi forzata a soluzioni “anthemiche” che favoriscono l’impatto del pezzo sull’ascoltatore, ma forse a lungo andare lasciano un po’ il tempo che trovano.
Insomma “In Waves” è un disco decisamente piacevole che però perde qualche colpo se confrontato con i suoi grandi predecessori rispetto ai quali non riesce a distaccarsi nettamente brillando di luce propria.
Al momento non ci si può di certo lamentare ma dal futuro e soprattutto da una band di caratura mondiale come sono i Trivium è lecito aspettarsi un qualcosa di più.