L'attesa era palpabile. A due anni di distanza da "Be Disappointed" e a quattro da "Be Excited", tornano con "Be Delighted" i This Is A Standoff, quartetto Canadese capitanato da Steve Rawles formatosi nel 2007 dalle ceneri dei Belvedere.
Per coloro che non li conoscessero ancora, i This Is A Standoff sono una delle realtà incontrastata del melodic hardcore degli ultimi anni, la cui ricetta è composta da melodie veloci, cambi di tempo al fulmicotone e tecnicismi ritmici di alto livello. 
Così come nei due EP precedenti, questi ingredienti li troviamo anche in "Be Delighted", appena cinque tracce ma dal sound potente ed energico che gli amanti del genere non potranno non apprezzare.
"We're Really Doing It", la traccia d'apertura, è un buon biglietto da visita per questo terzo lavoro della band. Batteria tirata e chitarre tecniche si uniscono ad una linea vocale davvero interessante, che si combina alla perfezione con la melodia. "Head In The Sand" è il singolo che è stato pubblicato in streaming sul sito della band qualche settimana fa e, a mio avviso, il pezzo migliore dell'album. La band non lascia certo spazio a convenevoli, la traccia parte subito forte con un melodic hardcore nel più puro stile TIAS, accordi semplici ma diretti e variazioni di tempo che accompagnano una seconda linea melodica più tecnica, che introduce un arpeggio che è solo l'anticamera per un pezzo pieno di energia, in cui Steve Rawles sembra trovarsi perfettamente a suo agio.
"See You At The Bottom" a primo impatto potrebbe sembrare più semplice, ma anche qui la band non manca di far notare le sue capacità esecutive che si rilevano soprattutto nel drumming. La chiusura di "Be Delighted" è lasciata a "Vanadian", altro pezzo estremamente carico in cui voce e ritmo viaggiano spediti fino a culminare in un assolo finale che impreziosisce il brano. 
Ormai i This Is A Standoff sono più che una sicurezza quando si parla di melodic hardcore, basta ascoltare i loro lavori precedenti. "Be Delighted" non è da meno, anche se, paragonato, sembra che manchi qualcosa al contesto generale. Probabilmente ha bisogno di qualche ascolto per essere assimilato meglio, ma questi cinque brani sarebbero stati ancora più apprezzati se inseriti in una tracklist più ampia piuttosto che in un EP. Ad ogni modo non si può non apprezzare questo lavoro e questa band, che tiene alta la bandiera del genere nel mondo.