Dopo tredici anni di militanza ed un sostanzioso cambio di lineup rispetto all’ultimo “The Infection” (3 elementi su 6), i Chimaira sono ancora qui a prendere a bastonate tutti quelli che li davano per finiti con un album, il nuovo “The Age Of Hell”, che li riporta ai fasti di una decina di anni fa quando il loro sound innovativo fatto di influenze groove, death, thrash e hardcore li portò alla ribalta della scena del metal alternativo che stava cercando qualcuno a cui lasciare il testimone portato dal nu metal nel millennio precedente.
Come già detto l’album suona molto old school ricordando vagamente alcuni suoi illustri predecessori come “The Impossibility Of Reason” e “Chimaira” anche se la nuova lineup ha portato forse un pizzico di melodia in più e qualche tecnicismo in meno (per esempio le tastiere sono molto meno in evidenza); ma poco importa perché le dodici tracce pestano a dovere, senza troppi cali di tensione alternando pezzi che sono veri e propri assalti frontali come la titletrack “Age Of Hell” o il singolo “Year Of The Snake”.
Meritevoli di attenzione sono anche la particolare ed un po’ spiazzante “Beyond The Grave” che per buon 3/4 di ascolto ricorda in modo disarmante il grunge metallico degli Alice In Chains e la violenza allo stato puro della rocciosa “Born In Blood” dove compare in veste di ospite anche Phil Bozeman dei Whitechapel.
Volendo trovare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che il sound riproposto non risulta più fresco come una decade fa ma ai superstiti Mark Hunter, Matt Devries e Rob Arnold non si poteva chiedere di più per un album che grida: nonostante tutto siamo ancora qui!!