Tornano con un nuovo album i californiani Of Mice & Men e fortunatamente, rispetto all’omonimo esordio dell’anno scorso, è stato fatto più di un passo in avanti.
“The Flood” è senz’ombra di dubbio un disco che spacca, ben strutturato, solido, compatto, con il quale il quintetto di Costa Mesa riesce a migliorarsi aggiungendo maggiore personalità alla propria proposta e discostandosi in parte dal metalcore più generico che avevamo accolto con poco entusiasmo poco più di 12 mesi fa.
Riorganizzata la propria line-up e risolti alcuni conflitti interni, la band mostra oggi i segni di una superiore maturità nel song-writing nonché un perfezionamento nella padronanza delle proprie abilità tecniche, soprattutto per quanto riguarda le parti vocali affidate al frontman Austin Carlile ed al bassista Shaylee Bourget.
Entrambi i vocalist sembrano aver finalmente raggiunto una maggiore sintonia con intrecci perfetti tra le urla del primo e le melodie del secondo, che ben si amalgamano con le atmosfere oscure ed intense che avvolgono ogni brano, come si può notare da alcuni episodi del calibro di “Let Live” o “Ohioisonfire”.
Notevole anche la base strumentale con i due chitarristi Ashby e Manansala particolarmente ispirati e dediti a riff dinamici e violenti in grado di scacciare ogni sintomo di monotonia, bravi anche ad inserire al punto giusto potenti breakdown, che in disco metalcore che si rispetti non possono mancare, ed aperture più sperimentali.
Pur non facendo gridare al miracolo gli Of Mice & Men compiono dunque un deciso passo avanti rispetto al debutto, un inversione di tendenza verso soluzioni sempre più personali che si spera possano dare buoni frutti in futuro.
Anche se il primo album non vi aveva particolarmente colpito date comunque un ascolto a “The Flood” perché saranno molti quelli che si ricrederanno.