La scena nazionale è povera di un certo modo moderno di intendere l'hard'n'heavy, preferendo la sua versione “classica” o perlomeno altre forme di espressione artistica; aquesta lacuna provvedono i Broken Valves, gruppo palermitano affacciatosi sulla scena verso fine del 2006 ma il cui primo lavoro è uscito solo a fine dello scorso anno.
Tra le influenze che la band cita nella propria biografia sicuramente quella degli Alter Bridge è la più prominente: il sound in genere è chiaramente “a stelle e strisce” e si fatica a credere che sonorità di questo tipo vengano proposte da un gruppo interamente italiano.
Una volta ripresi dalla curiosità è tempo di analizzare il materiale e valutarne la validità e possiamo subito toglierci il dente: i Broken Valves sono un buon gruppo con ampi margini di miglioramento. Le composizioni sono robuste di scrittura e di suono e l'anima del gruppo riesce ad uscire dagli altoparlanti, anche se non perfettamente a causa della produzione non sempre all'altezza (tallone d' Achille per praticamente tutte le band underground, comunque).
Dopo aver notato le qualità dell' ensemble non si può non venir alle, e dove usare quest'espressione se non in campo musicale, note dolenti.: oltre la già citata produzione, non si può non notare una derivazione stilistica eccessiva dalle band ispiratrici o verso i cliché del genere. Indubbiamente non si pretende da una band emergente uno stile già riconoscibile, maturo e valido, però le armonie di “Why So Serious” sono prese davvero di peso dal gruppo di Myles Kennedy e soci, così come stessa provenienza hanno diversi vocalizzi del singer\chitarrista Riccardo Favara.
In ogni caso, la buona materia grezza da lavorare c'è, basta aumentare le dosi di personalità e carattere che comunque ci sono; uscire dalla fase di imitazione sarà per i Broken Valves l'unica possibile via che terrà in vita la band in modo credibile.