Il percorso intrapreso dagli Adimiron col precedente "When reality wakes up" ha subito una violenta accelerata col nuovo "K2", album che testimonia i passi da gigante compiuti dalla band nel corso di questi 3 anni intensi tra tour europei e importanti cambiamenti interni.
Con l'ingresso in pianta stabile del bassista Maurizio Villeato la band ha acquisito una maggiore dinamicità e compattezza che ha inevitabilmente beneficiato la stesura del nuovo materiale, molto più convincente e scorrevole nella sua pur notevole complessità degli arrangiamenti. Una sezione ritmica così potenziata ha permesso quindi agli Adimiron di evolvere la propria musica verso un metal di stampo moderno, ricco di riff groovosi e tempi dispari, per certi versi vicino alle proposte di band come Gojira, Textures e Meshuggah, non disdegnando il qualche caso l'inserimento di influenze più insospettabili come i Massive Attack (nello specifico l'atmosferica "Above the rest").
Basato sul concept di un uomo alla ricerca di se stesso, "K2" si apre sulle note mistiche di un sytar per esplodere nell'energia di "Oriens", uno dei pezzi più tirati, per poi lasciare spazio alla successiva "When nothing changes", una sorprendente canzone che racchiude qualche citazione tooliana nella strofa e probabilmente una delle migliori prove del cantante Spinelli.
La ricercata componente melodica riprende quota nella semi ballad "The passenger", dal cui incipit viene fuori l'influenza degli Opeth, altra band alla base dell'importante bagaglio musicale che i musicisti si portano dietro.
Su "The whisperer" troviamo la presenza dello special guest Dave Padden (cantante degli Annihilator) che riesce a tirar fuori una performance importante per il pezzo più rappresentativo dell'intero disco, grazie anche ad un ritornello di facile presa.
Le altre canzoni confermano per grandi linee la bontà del lavoro svolto dagli Adimiron, in alcune circostanze difettando in qualche similitudine ma capaci anche di soprendere ancora una volta come nel caso della claustrofobica "Red condition".
La produzione del disco, registrato a Roma e post prodotto in Svezia ad opera di Jens Bogren, fa il resto, permettendo a "K2" di competere tranquillamente in ambito internazionale con tutte le band sopra citate.