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BUEN RETIRO
IN PENOMBRA

I buenRetiro si muovono dalla fine estate del 1999: Mauro Spada ed Emiliano Verrocchio (ora sostituito da Carmine Blasioli) si conoscono durante il servizio civile prestato in una casa di riposo. Francesco Politi e Loreto di Giovanni (quest’ ultimo in forze dall’ Ottobre 2007 , già con Relics, Vanadea e Sunflower) completano il quartetto
Due lavori autoprodotti nel bagaglio della band (ruggine perfetta- 2001, démodé- 2004) ed un’intensa attività live, maggiormante espressa in diversi concorsi lungo tutta la penisola, hanno permesso ai Pescaresi di farsi apprezzare da un pubblico “meno amico” di quello puramente locale.
Li ritroviamo oggi con un nuovo lavoro dal titolo "In Penombra", uscito da qualche mese per DeAmbula Records: ad un primo ascolto si palesano sin dal principio atmosfere cupe che avvolgono sensazioni di disperazione e speranza, in un mix vincente che di primo acchito pare un incontro-scontro tra Il Teatro Degli Orrori ed Explosions In The Sky, senza farsi mancare tocchi "a là" Marlene Kuntz.
Volontà di esprimere le proprie emozioni attraverso un concept album in cui la luce ed il buio la fanno da padroni, con ritmi costanti: se dovessi immaginarli sopra un palco durante un concerto, la figura più rappresentativa sarebbe certamente un'esibizione quasi al buio con una sola luce ad illuminare il cantante seduto su uno sgabello, intento a raccontare le storie di questi brani che parlano di evoluzione dei rapporti tra le persone ed i loro cambiamenti in relazione al passare del tempo. Non mancano anche brani strumentali come "Xenon", "Finis Terrae" e "O Cebreiro" che riprendono il tema della luce sfruttando l’elettronica ed i suoni più tendenti alla New Age che rilassano il corpo e la mente. Si ritorna poi al cantato narrando la splendida storia di Gaia e della sua vita vissuata tra vittorie e sconfitte, attraverso momenti difficili e paure interiori che serviranno a fortificarla nello spirito per renderla una persona migliore.
Scende poi l'oscurità, il cui buio rispecchia tutta la critica verso una vita monotona nella quale oggigiorno sembriamo tutti dei robot in una catena di montaggio spesso dimenticandoci di vivere una vita vera; l'incitamento è quello di fuggire da questi stereotipi tentando di ritrovare quell’identità oramai perduta.
Dal mio modesto punto di vista posso dire che - nonostante la produzione sia impeccabile e riesca a dare incisività, profondità e pulizia ai brani - personalmente avrei preferito maggior spazio a canzoni cantate, riducendo la presenza di pezzi interamente strumentali che alla lunga possono anche stancare: in conclusione quindi "In Penombra" è un album discreto per il quale lo stile Giorgio Canali può anche funzionare, ma come detto prima tarpa le ali alla voce del cantante che a mio giudizio potrebbe dare di più.

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TRACKLIST:

01 - Canto primo
02. Quale luce
03 - Negli angoli
04 - Xenon
05 - Finis Terrae
06 - O Cebreiro
07 - Gaia
08 - Boulier Violette