I Biohazard, presenti sulla scena Hardcore mondiale da un quarto di secolo, sono riusciti ad arrivare al grande pubblico con l’album ‘Urban Discipline’ nel lontano ’92 e confermarsi, dopo soli due anni, con un secondo interessantissimo lavoro intitolato ‘State Of The World Address’. La band ha poi vissuto continui cambi di line up che si sono tradotti in pesanti ripercussioni sulla qualità ed originalità dei dischi prodotti, palesemente sottotono rispetto a quanto atteso dai fan. Nel 2008, per celebrare il ventennale della nascita dei Biohazard, la band decide di riunirsi con la formazione originale e suonare una serie di concerti in giro per il mondo. Questa reunion ha permesso la nascita di ‘Reborn In Defiance’, un album prodotto dalla Nuclear Blast, dopo un periodo di gestazione durato ben quattro anni.
L’ultimo lavoro dei Biohazard sembra avere un’impronta diversa dal classico disco Hardcore, in molti pezzi sono riscontrabili degli elementi Hip Hop fusi con sonorità Metal, binomio già utilizzato da questa band ai tempi di ‘Urban Discipline’. Questo mix permise ai Newyorkesi di emergere rispetto ad altri gruppi del panorama musicale underground anni ’90 per originalità ad approccio del sound.
In buona parte del disco è evidente la voglia di sperimentare, con il risultato di partorire alcuni pezzi che si allontano anni luce dell’Hardcore che siamo abituati ad immaginare. I pezzi che ne escono fuori sembrano accostarsi a melodie alla Linkin Park maniera, pieni di ritornelli melodici alternati a suoni più distorti e duri. Altri brani sembrano addirittura strizzare l’occhio ad un classico all’Hard Rock americano degli anni '80 rendendo impercettibile il marchio Biohazard agli ascoltatori.
 ‘Reborn In Defiacance’non sarà  considerato né una pietra miliare dell’HC né uno degli  album più belli mai realizzati dai Biohazard ma, nonostante alcuni pezzi destabilizzino parecchio l’ascoltatore, la maggior parte dei brani sono godibili e capaci di ripercorrere le orme tracciate dalla band agli esordi.