I Ribbon Ink ci propongono ‘Engineered By Dummies’, un album alternative-core composto da dieci pezzi che si caratterizzano per l’aggiunta di parti elettroniche a delle sonorità hard. L’intrusione di questo elemento marchia indelebilmente il carattere di questa band lasciando un’impronta profonda nella musica che registrano. Personalmente non amo troppo una contaminazione così prepotente di suoni elettronici nel rock, tanto che le band che riesco ad apprezzare a tal riguardo si possono contare sulle dita di una sola mano.
I Ribbon Ink si muovono a cavallo tra Prodigy e Atari Teenage Riot, provando a miscelare elementi hardcore ad acide basi elettroniche, plasmando delle sonorità attraverso le quali ottengono un disco alla portata di un pubblico potenzialmente molto variegato. Brani come “Last Machine” e “Soundtrack For A Japanese Porn Cartoon”  non brillano di certo per l’originalità, i suoni elettronici della tastiera risultano infatti banali e macchinosi. È vero che molti gruppi punk sono riusciti a creare dei dischi eccezionali utilizzando dei suoni elementari e basici, costruiti con semplicissimi giri di accordi, tuttavia lo stesso concetto traslato su questi brani, secondo il mio punto di vista, non riesce a raggiungere gli stessi risultati. Altri pezzi come “Trippin” e “Echonomist”  riescono ed esprimere meglio l’essenza e l’anima di questa particolare band nostrana, tanto da avere uno spessore musicale più sostanzioso rispetto ad altri brani di ‘Engineered By Drummies’.
Apprezzo molto la voglia di sperimentare espressa da questo gruppo, riuscire a suonare qualcosa di abbastanza inusuale che si prefigge l’obiettivo di rompere rigidi schemi musicali, è una scelta difficile e coraggiosa. Nonostante questo, il risultato finale non mi fa impazzire, probabilmente la mia incapacità di aprirmi a nuovi orizzonti musicali scardinando schemi ai quali sono stato abituato fino ad ora, non riesce a farmi apprezzare a pieno questo CD.