Recentemente sto avendo modo di ascoltare e di conseguenza recensire un po’ di pop-punk. Anche se Groovebox non è proprio superaffollato di appassionati del genere, qualcuno potrebbe esserne incuriosito e di conseguenza approfondire il discorso. In quest’ottica ho approcciato questi Destine e il loro “Illuminate”, ma ben presto (precisamente al primo ascolto della traccia “All the people”) ho realizzato che questo sarebbe stato il disco sbagliato da usare per introdurre il genere a nuovi ascoltatori. A dirla tutta non son nemmeno convinto di poter parlare di pop-punk, nella fattispecie. Trattasi infatti di un disco di rock moderno, una roba che può ricordare una sorta di ibrido tra gli Anberlin e gli Angels and Airwaves con in più qualche riferimento velato ai momenti epici dei recentissimi 30 seconds to Mars. Tutte cose che col punk (qualunque accezione si voglia dare al termine) proprio faticano a trovare connessione. Ad ogni modo, se volessimo addentrarci nella descrizione del disco in maniera più dettagliata, potremmo dire che è suonato bene, che è prodotto sicuramente bene e che qualche melodia orecchiabile qua e la azzecca. Di contro, potremmo aggiungere che è un disco banalotto, a tratti fin troppo melenso e sicuramente non indispensabile.
Tirate voi le vostre conclusioni, io di mio penso mi dimenticherò di questo “Illuminate” e degli annessi Destine non appena avrò chiuso questo file word, ma il mio punto di vista, singolo, non è certo un campione statistico significativo.