I POD sono la classica meteora del mondo del rock. Dopo tanta gavetta hanno fatto sfaceli con l'album "Satellite", guadagnandosi il titolo di eredi dei Limp Bizkit, per poi dare alle stampe un trittico di album che li ha rapidamente affossati e riportati alla dimensione da club lontano dalle luci della ribalta. Questo soprattutto a causa del cambiamento stilistico che li ha visti abbandonare in gran parte il rap in favore di soluzioni molto più melodiche. Purtroppo per loro tuttavia, non tutti hanno la capacità di cambiar pelle senza far danni come hanno fatto i Papa Roach.
In un momento in cui si parla solo di reunion e di ritorno alle origini, il cartellino non poteva non essere timbrato anche dai POD che con il nuovo "Murdered Love" riabbracciano gli stilemi di "Satellite" anche se con dieci anni in più sul groppone. La formula risulta un pò prevedibile nonostante la buona produzione e in definitiva è un po’ come quando copiavate il compito del "secchione" al vostro fianco, ma per renderlo meno palese aggiungevate qualche errorino in qua e là. Ecco, la sensazione che da “Murdered Love” è questa, una copia meno qualitativa di un buon compito. Detto questo avanti con il solito rapcore-metal dalle atmosfere californiane, in cui trovano spazio alcuni passaggi rock-raggae adatti per un party sulla spiaggia (Panic & Run e Bad Boy). C’è un pezzo ad alta contaminazione RATM come "On Fire", un buon singolo come "Lost In Forever" che non avrebbe affatto sfigurato su “Satellite” grazie a quelle sue parti rap-metal allacciate da un ritornello clean da platea molto ben riuscito, e un featuring con Jasta degli Hatebreed sul brano "Eyez". Quest’ultimo farebbe pensare ad un momento di pura violenza, ma in realtà purtroppo il Jasta qui presente è quello in versione light, quello dei suoi pezzi da solista, quindi tra uno screamo poco incisivo e una melodia appena accennata la sua presenza scivola via nell'indifferenza.
Si chiude così la pratica "Murdered Love" felici di aver fatto un tuffo nel passato. Forse si potrebbe addirittura concedergli altri tre o quattro ascolti prima di accantonarlo in maniera quasi definitiva e ripescare dagli scaffali "The Fundamental Elements Of Southtown" e "Satellite", ma nulla più.