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PENTIMENTO
PENTIMENTO

L’insonnia è una brutta roba e va combattuta. Il modo sbagliato per farlo è mettersi ad ascoltare un disco, specie se il disco in questione è una bomba atomica come questo self titled degli americanissimi Pentimento.
 Un disco di rara perfezione, sotto tutti i punti di vista, che non inventa niente, ma che dimostra come si possa ancora suonare con cuore e onestà un genere che i più danno per morto da diversi anni. Vi spiego meglio. Prendete i primi Brand New, o i primi Taking Back Sunday se volete, e fateli suonare con un’urgenza ed una potenza che pescano decisamente dal punk-rock. Metteteci tonnellate di melodie di quelle che si incollano in testa e fatele delineare da (almeno) due voci che si intrecciano e coprono tutte le sfumature necessarie a far passare la carica emotiva dei pezzi. Costruite tutte le tracce con l’idea che, tra metterci un riff in più ed uno di meno, la scelta è sempre per abbondare. Non per fare canzoni complesse o particolarmente strutturate, ma proprio per l’esigenza di dire tante cose e volerle dire d’impeto. Producete il tutto con dei suoni che sono essenzialmente perfetti, ma che non sfociano mai in quella sensazione posticcia che hanno i dischi ai giorni nostri. Pulito, ma non finto. Vi siete fatti più o meno un’idea? Ecco, “Pentimento” è esattamente questo disco.  Un album che se cala lo fa di poco con “Almost Atlantic”, ma si riprende immediatamente con “Subtle words”. Certo, può suonare già sentito in più di un passaggio, ma chi se ne frega. La sensazione non è quella di una cover, ma piuttosto della messa in musica dell’idea che avevamo in testa sul proseguo del filone emocore primi anni ’00. Quello che invece è morto male. E poi dai, le ultime due recensioni di Groovebox sono state per Deftones e Soundgarden, quindi direi che per l’accusa di “già sentito” siamo fuori tempo massimo.
Che resta da dire? Poco, effettivamente. Che l’artwork della copertina è bello quanto il disco e che alcuni passi dei testi sono destinati ad un singalong furibondo in sede live. E poi, per chiudere, che questo “Pentimento” è il disco dell’anno, salvo sorprese dell’ultimo minuto. La cosa che più fa sorridere è che neanche esiste, fisicamente, come disco. Lo si trova in digital download sul bandcamp del gruppo e basta, almeno per ora, quindi ascoltatelo e passate parola, che non vederlo andare in stampa sarebbe davvero un peccato di cui dispiacersi.

Manq
Voto: 8
TRACKLIST:

01. Unless
02. Circles
03. Conscience (Consequence)
04. The Wind
05. No One Lets You Know
06. Days Away
07. The Bridge (acoustic)
08. Almost Atlantic
09. Subtle Words
10. For Winter
11. On Summer