Libertà, totale assenza di schemi e strutture riconoscibili, solo un'incontenibile voglia di sperimentare e lasciarsi andare alle sensazioni del momento: questi sono gli Atoms For Peace, la nuova creatura di Thom Yorke, anima e mente dei Radiohead, che vede coinvolti musicisti come l'altro peso da novanta Flea al basso, Nigel Goldrich alle tastiere, Mauro Refosco alle percussioni e Joey Waronker alla batteria.
Nati inzialmente come band live di supporto al debutto solista di Yorke, gli Atoms For Peace sono diventati un'entità distinta con la propria anima e il proprio cuore, un cambiamento che, visti i nomi coinvolti, era più che plausibile.
"Amok" vive essenzialmente sull'eredità degli ultimi Radiohead, avventurandosi in strutture sonore minimali e al limite dell'ossessività (difficile trovare più di due cambi nella stessa canzone) che la voce candida del musicista inglese guida verso uno stato di ipnosi. La componente elettronica e noise diventa la chiave alla base di tutte le canzoni, elementi imprescindibili per ricreare quelle atmosfere eteree e sospese sempre più care a Thom Yorke in cui la chitarra non trova pi˘ spazio.
Sebbene oggi questo tipo di proposta musicale sia stata declinata in moltissime direzioni, Ë quasi impossibile trovare un altro disco di tale livello capace di rendersi fruibile ad un pubblico molto più vasto grazie all'appeal melodico che la band riesce sempre a tenere bene in vista ("Ingenue", "Default").
Il viaggio sonoro si conclude sulle note di piano della titletrack lasciandoci con la consapevolezza di esserci divertiti molto, probabilmente un lavoro di senllimento della durata complessiva avrebbe reso tutto molto più incisivo ma va bene cosÏ.