L'improvviso abbandono di Howard Jones dopo quasi una decade di successi ha riaperto le porte di casa Killswitch Engage all'ex cantante e membro fondatore Jesse Leach che, dopo una serie di concerti estivi avvenuti lo scorso anno, si ripresenta ai suoi ex fans anche sul nuovo album. A dire il vero, alcuni, non avrebbero mai voluto vederlo andare via dopo quel capolavoro di metal core moderno che fu "Alive or just breathing". Da quel periodo ne è passata di acqua sotto i ponti ed il sound della band si è plasmato negli anni attorno alla voce del suo, ormai ex, frontman Jones a suon di classici del genere, dando più spazio alla melodia e smussando quelle parti death e post thrash presenti ai tempi di Jesse. Il nuovo disco "Disarm the descent" non poteva che esssere un compromesso fra le due "ere storiche" della band che ripesca il suo tipico sound di metà anni duemila, ossia quelli di "The end of heartache" grosso modo, e permette a Jesse di farci risentire il suo vecchio screamo, anche se a dire il vero il retaggio di Howard non è andato del tutto perso. E' evidente che la melodia sia diventata una parte talmente integrante dello stile della band da permettere (o costringere) a Leach di fare l'Howard Jones della situazione abbandonando le sue vecchie melodie in favore di clean più puliti, epici e con molta carica emotiva (un pò come abbiamo sentito con i Time Of Grace), con risultati più che apprezzabili. Tutto sommato "Disarm the descent" suona un po' come avrebbe dovuto suonare "The End Of Heartache" se ci fosse stato ancora Jesse Leach alla voce, il che non può che far piacere a quelli che, come me, hanno iniziato a seguire la band proprio in quegli anni. Un album avaro di innovazioni ma ben interpretato, suonato bene e ad alti ritmi. Questo per i KsE è un nuovo inizio che tenta di accontentare un pò tutti, riuscendoci in pieno.