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ROAM INSIDE
ROAM INSIDE

I Roam Inside sono una giovane band milanese che ha da poco pubblicato il suo primo long playing, l’omonimo “Roam Inside”. La registrazione dell’album presso i Magnitude Studio, durata quasi due anni, è stata il frutto della vincita dell’edizione 2011 del Bagana Battle of the Bands, concorso musicale organizzato annualmente dalla Bagana Records. Traguardo indice del talento residente nei cinque ragazzi, le cui creazioni prendono forma nel quanto mai classico e variegato alternative rock, ispirato sensibilmente dai maestri nel campo come Black Stone Cherry, Nickleback e Alter Bridge. Nella formazione presiedono idee e attitudini musicali europee e d’oltre oceano, che superano i possibili limiti di una cultura restrittivamente italiana. Difatti, oltre i nostrani Alessio De Martino, chitarrista e co-fondatore e Dario Cani, batterista, i fratelli Marco e Paolo Breckelmann, rispettivamente chitarrista e bassista, hanno origini tedesche mentre il frontman, Dave Sorrisi, ha vissuto fino ai sedici anni in Canada, abbinando alle sue notevoli doti canore, una perfetta pronuncia dell’inglese che ha da subito costituito un elemento a favore del gruppo. Tornando all’album, il risultato non è niente male. Si percepisce sin dall’ascolto della traccia d’apertura, l’energica “Anxiety”, la qualità delle canzoni, prive di sbavature ma pulite e precise, e le doti tecniche dei ragazzi. In particolare, la seguente “Under My Skin” è un vero gioiello, la prova della concretezza dei Roam Inside. Un pezzo corto (non supera i tre minuti), diretto e semplice, dove l’indistinguibile groove metal si alterna tra delicati e distorti arpeggi nelle strofe e potenti riff nel ritornello, quest’ultimo davvero sorprendente grazie alla trascinante voce di Dave. Si susseguono poi nell’album sia canzoni degne di nota per l’originalità e l’ottima impostazione dei tempi musicali come “Quiet Revenge”, “Behind the Clouds” e “Another Way”, quest’ultima estratta come primo singolo, sia tracce che risultano sterili, quasi incomplete e prive della giusta prepotenza, che cadono nella tomba della banalità come “Greater than Hell”, “Far” e “Crawl”. Di mediocre qualità le restanti “Get it Wrong”, “Better Days” e la ballad “Burden”, traccia di chiusura composta solamente dal suono della chitarra acustica e dalla voce di Dave, che da libero sfogo alle sue tonalità. Come già detto, l’album si presenta bene nel complesso ma in troppi frangenti la ripetitività prende il sopravvento, riducendo notevolmente la qualità del prodotto. Si può dire che manchi ancora quella capacità di amalgamare ogni canzone con lo stesso marchio e stile ma allo stesso tempo renderle autonome, diverse, distaccate l’una dall’altra come i capitoli di un romanzo. Ad ogni modo, i Roam Inside sono giovani e di certo non hanno l’intenzione di fermarsi. Il tempo a disposizione è molto e se riuscissero a sfruttarlo a dovere, cercando di ampliare i propri orizzonti musicali, sperimentando e imponendosi l’obiettivo di migliorare continuamente, potrebbero in futuro fare quel passo di qualità di cui hanno bisogno per raggiungere posizioni importanti all’interno del panorama alternativo italiano ed europeo.

Lorenzo Mondaini
Voto: 6,5
TRACKLIST:

1. Anxiety

2. Under My Skin

3. Greater Than Hell

4. Quiet Revenge

5. Behind The Clouds

6. Far

7. Crawl

8. Another Way

9. Better Days

10. Get It Wrong

11. Burden