Dillinger Escape Plan continuano ad essere una delle poche certezze di quell'ampia gamma di generi che rientrano nell'orbita rock degli ultimi dieci anni, grande album dopo grande album. Dopo "Option Paralysis" del 2010 pareva quasi scontato un calo creativo dei nostri ed invece dopo soli tre anni ti ritrovi questo "One Of Us Is A Killer" ,l'ennesima gemma da incastonare in una discografia che in pochi possono vantare, almeno per livelli qualitativi. Rispetto al recente passato forse i suoni cominciano ad ammorbidirsi in favore di un hard rock-alternative che li piazza non molto distanti dai Faith No More, vedi canzoni come la titletrack "One of us is a killer" o "Nothing's funny" e "Paranoia shields" che non avrebbero affatto sfigurato su King For A Day, nelle quali si possono apprezzare a pieno le doti melodico/interpretative di un Greg Puciato che non accenna a dare segni di cedimento. Sia chiaro, la band americana, famosa per la sua schizzofrenia durante i live, non ha cominciato a spargere zucchero a destra e manca strizzando l'occhio alle emittenti radiofoniche, il vecchio e sano math core sincopato è ancora vivo e vegeto: la violenza viscerale di "Prancer" e "Hero of the soviet union" lo testimoniano, così come anche la fusione fra jazz ed hard core di "When i lost my bet" e "Understanding decay", fino ad arrivare quasi ai confini del death metal con "The threat posed by nuclear weapons". Un album presocchè perfetto, senza cali di tensione, suonato in modo ineccepibile da una band sicura di sé e padrona dei propri mezzi. Una gradita conferma.