Originari della Svezia ma appartenenti alle calde sonorità della west coast, gli stoners Truckfighters arrivano a pubblicare il quarto album studio "Universe", un viaggio nell'immaginario comune tra i paesaggi suggestivi del deserto californiano.
La band di Orebro si muove su un suono grezzo e carico di groove ricordando a tratti i primi Queens of the Stone Age, tra l'altro influenza sbandierata dagli stessi svedesi, quelli meno cervellotici e più "diretti" per interdersi, non disdegnado tuttavia alcuni passaggi al limite tra la psichedelia e il progressive di matrice "tooliana".
Attacchi strumentali mastodontici di fuzz conditi da hook e melodie accattivanti hanno costituito probabilmente il grosso del lavoro alla base di questo album, composto da sole sette canzoni che spingono molto facilmente all'ascolto ripetuto. Parliamo infatti di un disco soprendente per la sua godibilità, costituito da potenziali singoli che faranno la felicità degli amanti del genere, alla ricerca disperata di qualcosa che non sia una copia della copia: la potenza dell'opener "Mind Control", la semplicità di "Prophet" o la ricercatezza di "Mastodont" sono gli ingredienti principali dell'universo creato dai Truckfighters, un universo in cui è facile venire risucchiati.