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LIMP BIZKIT
RESULTS MAY VARY
Nell'ultimo periodo sembra che parlare male dei Limp Bizkit (anzi, limpbizkit come vogliono essere chiamati ora) sia diventata quasi una moda: lo ha fatto Eminem, lo fa spesso e volentieri Bruce Dickinson (Iron Maiden), lo ha fatto Richard Patrick (Filter), lo ha fatto anche Max Cavalera (Soulfly) e in più Wes Borland ha abbandonato la band. Proprio qui nasce la curiosità per questo "Results May Vary", e cioè constatare se Mike Smith, il nuovo chitarrista già precedentemente negli Snot, è in grado di sopperire alla mancanza di Wes o invece riesce a farlo rimpiangere; ascoltando il disco mi viene da dire che, in quanto a sonorità, Mike compie bene il suo compito, ma probabilmente la mancanza del signor Borland si noterà soprattutto a livello di spettacolarità durante le esibizioni live. Per "Results May Vary" i Bizkit hanno utilizzato un approccio più morbido rispetto ai dischi precedenti ("Behind Blue Eyes", seppur molto bella, ne è la prova), manca certamente un singolone che possa reggere il confronto con le varie "Faith" "Nookie" e "Take A Look Around", poichè "Eat You Alive", primo singolo pubblicato, non è certamente una canzone a quei livelli e tutto l'album in generale è ascoltabile ma non fa impazzire l'ascoltatore, toccando i punti migliori con "Gimme The Mic", "Almost Over", "Head For The Barricade" e anche la stessa cover degli Who "Behind Blue Eyes". Aggiungendo poi tutta l'attesa creata da Fred Durst cambiando un titolo dopo l'altro e rinviando l'uscita del disco svariate volte, probabilmente con l'intento di ottenere maggiore pubblicità, il disco risulta un pò deludente, soprattutto "Red Light Green Light" in collaborazione con Snoop Dogg poteva forse essere risparmiata. L'album avrà certamente influenze diverse sui fans, alcuni lo eleggeranno quale miglior prodotto mai creato da Durst e soci, altri invece lo bolleranno come il peggiore mai realizzato; personalmente, non ritenendomi un fan sfegatato pur non nascondendo di aver apprezzato molto i precedenti album, l'ascolto mi ha lasciato quasi indifferente, è un disco per certi versi strano e difficile da giudicare al quale non mi sento di assegnare una sufficienza piena.
Tempo
Voto: 5,5
TRACKLIST:

1. Re-Entry
2. Eat You Alive
3. Gimme The Mic
4. Underneath The Gun
5. Down Another Day
6. Almost Over
7. Build A Bridge
8. Red Light-Green Light
9. The Only One
10. Let Me Down
11. Lonely World
12. Phenomenon
13. Creamer (Radio Is Dead)
14. Head For The Barricade
15. Behind Blue Eyes
16. Drown