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STAIND
14 SHADES OF GREY
14 SHADES OF GREY
Chiariamo
subito un punto: cosa vi aspettate dagli Staind? Se quello che cercate è
un album che segua la scia del precedente allora "14 Shades Of Grey"
è il disco per voi. Questo nuovo album replica, con qualche variazione
ed aggiornamento, una formula ben precisa già consolidata in "Break
The Cycle": hard rock tirato ma dalla fortissima componente emotiva, nella
melodia e nei temi affrontati nei testi. Sentite le aperture del singolo "Price
to play" (il prezzo da pagare e per suonare è ovviamente quello
del successo) o la ballatona "Zoe Jane", che Aaron Lewis dedica alla
figlia: pochi altri gruppi sono capaci di unire in modo così efficace
rabbia ed espressività malinconica, giocando sui contrasti tra vuoti
e pieni. Certo, non hanno inventato nulla, e passare da momenti tranquilli a
poderose schitarrate ed epiche melodie è un vecchio trucco da marpioni
del rock. Però agli Staind il giochino riesce bene, anche in questo album
così come nel precedente. Ma andiamo ad analizzare l'album più
nel dettaglio: si parte, come detto, con il singolo "Price To Play",
ovvero una canzone tirata con riff abbastanza potenti abbinati a un ritornello
molto orecchiabile. Poi viene "How About Us", una canzone dall'inizio
soft (ma non poi troppo) che si evolve in una buona accelerazione tipicamente
Staind, proponendo un altro buon ritornello. "So Far Away" ha l'inizio
classico di tutte le ballatone scritte dagli Staind e tutto il resto della canzone
ricalca molto lo stile di "Outside"; un po' più movimentata
è "Yesterday", in cui Aaron Lewis spinge in alto la sua voce
mantenendo però quella pulizia di tono che spesso lo contraddistingue.
"Fray" è una canzone dalle tonalità malinconiche senza
però gettarsi nello schema classico della ballatona Staind, ma bensì
mantenendo quel tanto che basta di rabbia vocale mixata a riff di chitarra sufficientemente
pesanti. Come anticipato prima, "Zoe Jane" è una gran bella
ballata romantica, e non potrebbe essere altrimenti essendo una canzone che
Aaron ha scritto appositamente per la figlia. "Fill Me Up" ci risveglia
un attimo dallo stato depresso in cui la precedente canzone ci ha sbattuti,
con un inizio potente prima poi di ritornare ancora una volta in un cantato
alquanto malinconico ma non per questo lento. E' giunto forse il momento più
toccante del disco, ovvero la canzone "Layne", dedicata al mitico
cantante degli Alice In Chains, Layne Staley, scomparso lo scorso anno; e forse
per questo la canzone è stata scritta in uno stile decisamente ispirato
agli A.I.C., in cui vi è da segnalare la grande profondità emotiva
del testo (soprattutto per chi, come me, ha apprezzato tantissimo la musica
degli Alice In Chains). Che lo scopo di questa canzone sia quello di chiarire
una volta per tutte che gli Staind vogliono essere considerati parte del grunge
invece che essere accostati al movimento nu-metal? Probabile. Il resto del disco
non riporta altri momenti topici da segnalare, rimane tutto nei canoni tipicamente
Staind: "Falling Down", "Reality", "Could It Be",
"Blow Away" sono la classica via di mezzo tra grunge e nu-metal già
sentita sia su questo disco sia sul precedente; "Intro" invece a mio
avviso potrebbe meritare una citazione particolare perchè, pur non presentando
nulla di nuovo, la canzone risulta essere di qualità leggermente superiore,
con un pizzico di romanticità (esclusa "Zoe Jane") e, perchè
no, anche un minimo di ipnosi in più rispetto al resto del disco.
Tutto sommato darei un giudizio buono a questo album, anche se come pecca vedo solo lo scopo da parte del gruppo di ripetere i livelli di vendita del precedente album senza preoccuparsi più di tanto di cercare una evoluzione, anche minima, del proprio stile; anche se, come affermato dallo stesso Aaron Lewis, "perchè cercare di cambiare il nostro sound quando la gente apprezza quello che facciamo ora? Noi dobbiamo preoccuparci di dare alla gente ciò che vuole perchè questo ci piace e questo vogliamo fare. Non siamo dei maniaci dell'evoluzione e dell'innovazione a tutti i costi, se trovi un prodotto che piace al pubblico continuerai a fabbricare quel prodotto finchè la gente si stuferà: quello sarà il momento di cambiare." Al pubblico l'ardua sentenza.
Tutto sommato darei un giudizio buono a questo album, anche se come pecca vedo solo lo scopo da parte del gruppo di ripetere i livelli di vendita del precedente album senza preoccuparsi più di tanto di cercare una evoluzione, anche minima, del proprio stile; anche se, come affermato dallo stesso Aaron Lewis, "perchè cercare di cambiare il nostro sound quando la gente apprezza quello che facciamo ora? Noi dobbiamo preoccuparci di dare alla gente ciò che vuole perchè questo ci piace e questo vogliamo fare. Non siamo dei maniaci dell'evoluzione e dell'innovazione a tutti i costi, se trovi un prodotto che piace al pubblico continuerai a fabbricare quel prodotto finchè la gente si stuferà: quello sarà il momento di cambiare." Al pubblico l'ardua sentenza.
Tempo
Voto: 6-
Voto: 6-
TRACKLIST:
1. Price To Play
2. How About You
3. So Far Away
4. Yesterday
5. Fray
6. Zoe Jane
7. Fill Me Up
8. Layne
9. Falling Down
10. Reality
11. Tonight
12. Could It Be
13. Blow Away
14. Intro
1. Price To Play
2. How About You
3. So Far Away
4. Yesterday
5. Fray
6. Zoe Jane
7. Fill Me Up
8. Layne
9. Falling Down
10. Reality
11. Tonight
12. Could It Be
13. Blow Away
14. Intro