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HATEBREED
THE RISE OF BRUTALITY
"L'hardcore è uno stile di vita fatto da persone vere, chi lo suona solo per moda presto sparirà"; questa la parola d'ordine degli Hatebreed, una delle punte di diamante (perlomeno in ambito commerciale e di popolarità) di un intero movimento sempre più in espansione e sempre più diretto verso una complessiva metallizzazione del sound: l'addizione hardcore + metal darebbe come risultato metalcore, un metalcore puro, senza fronzoli melodici, frenetico, aggressivo, martellante. Ma proprio per il contemporaneo dilagare dell'altro metalcore (metal + emocore?), quello influenzato dal death, intriso di melodìa, permeato di chitarre stoppate, di riff svedesi e di refrain ultraclean, molti preferiscono mantenere il doppio termine "hardcore metal" per definire precisamente il sound plasmato dagli stessi Hatebreed e da altri gruppi stilisticamente a loro succedanei. Personalmente trovo questa differenziazione giusta ed inevitabile.
"The Rise Of Brutality" succede all'ottimo "Perseverance", giustamente acclamato da pubblico e critica grazie al potente traino del devastante singolo "I Will Be Heard", assurto a vero e proprio inno; il nuovo album naturalmente non si discosta da quanto presentato in passato, permane la miscela di tutti i diversi elementi ispirati a Slayer, Pantera, Sepultura e Slipknot da una parte, velocizzando e brutalizzando il groove ricorrendo agli insegnamenti imparati andando a lezione alla scuola hc newyorkese, da insegnanti qualificati come Sick Of It All, Biohazard, Madball, Agnostic Front: il tutto per dare la giusta valvola di sfogo ai testi firmati Jamey Jasta, impregnati di rabbia e di integerrimo orgoglio, intrisi di riflessioni personali (es. "Se non vivi per qualcosa, morirai per il niente" - da 'Live For This') ed eloquenti prese di posizione toccando alcuni dei temi caldi della società.
Mezz'oretta scarsa di canzoni che si susseguono rapidamente una dopo l'altra come un feroce martellamento senza pause, ricominciando là dove l'outro che chiudeva "Perseverance" si era fermato, quasi a volerne suggellare la continuità temporale e stilistica; ma in questo caso la brutalità estrinsecata dalla stirpe dell'odio risulta qualitativamente leggermente inferiore pur tirando fuori una sequenza di brani incazzati e molto orecchiabili, un compromesso perfettamente centrato che è la chiave principale del successo mediatico degli Hatebreed.
Chiaramente sappiamo tutti benissimo che in questo campo non è assolutamente lecito attendersi innovazione, sperimentazioni, diversificazioni e ciò non sarebbe comunque fattibile per ovvi motivi: questo è lo stile degli Hatebreed, questo è lo stile che piace agli Hatebreed, questo è lo stile che piace ai fans degli Hatebreed. Punto.
Tempo
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. Tear it down
02. Straight to your face
03. Facing what consumes you
04. Live for this
05. Doomsayer
06. Another day, another vendetta
07. A lesson lived is a lesson learned
08. Beholder of justice
09. This is now
10. Voice of contention
11. Choose or be chosen
12. Confide in no one