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DOWNTHESUN
DOWNTHESUN
DOWNTHESUN
I
Downthesun vanno a rimpinguare la scuderia nu-metal della Roadrunner Records
con il loro debutto omonimo, che vede alla produzione il rinomato Gggarth Richardson
oltre al pagliaccio slipknotiano, Shawn Crahan, nelle vesti di executive producer.
Gli screaming e le voci irate ed insane dei due vocalist Aaron e Satone giocano
a rincorrersi fin dallopener Medicated, scortate dai samples
delladdetto allelettronica Church e dalla doppia cassa del batterista
Danny Spain; punti di riferimento più che ovvi del quintetto di Kansas
City risultano indubbiamente essere Slipknot ed American Head Charge: basti
ascoltare la mortale We all die nel cui ritornello sembra
tra laltro di assistere ad un folle duetto tra Mike Patton e Dani Filth
o Enslaved, peraltro pezzo degno di nota per i suoi cambi ti tempo,
che si apre con una base programmata e procede con un chorus greve e lento che
potrebbe portare alla mente i Rammstein per le tastiere. Vaghe spore di altri
mostri sacri come Marilyn Manson e TOOL si respirano nella susseguente Lucas
toole, un mesto lento dal tono dark; lo stri dente interludio di Zero
fa da preambolo alla tralasciabile brutalità di Pure american filth,
scontato ritratto-accusa dellAmerican Way of Life; i due minuti di Pitiful
offrono di più dal punto di vista musicale (mirati e indovinati i campionamenti,
nuovo e discreto cambio di tempo dopo un minuto) che da quello vocale (altre
evitabili imitazioni che spaziano da Billy Corgan ai Raging Speedhorn).
Scapegoat con le sue mitragliate di doppio pedale e i puntuali campionamenti
di Church non aggiunge molto (stesso discorso per la penultima Jars)
mentre si mette in mostra la seguente Listen, esperimento melodico
ben riuscito benché mosca bianca nella scaletta dei Downthesun,
proseguito dal lento torpore di Eye confide, che si rianima nel
finale scacciando vacui fantasmi del Seattle Sound francamente fuori
luogo. Pochissimi gli spunti salvabili dagli estenuati 15 minuti di Revelations
tentativo neppure minimamente sfiorato, tra versi e distorsioni, di eguagliare
lunghe cavalcate alla TOOL (Third eye) o alla Slipknot (Iowa).
Sufficienza risicata per questa band dalle potenzialità quasi inespresse;
la non convincente scelta del doppio cantante viene confermata dal recente allontanamento
del co-singer Satone, testimonianza della volontà dei Downthesun di girare
pagina e di uscire, col materiale futuro, dallanonimo sottobosco del metal
moderno.
Silvio52
Voto: 6
Voto: 6
TRACKLIST:
01.Medicated
02.We All Die
03.Enslaved
04.Lucas Toole
05.Zero
06.Pure American Filth
07.Pitiful
08.Scapegoat
09.Listen
10.Eye Confide
11.Jars
12.Revelations
01.Medicated
02.We All Die
03.Enslaved
04.Lucas Toole
05.Zero
06.Pure American Filth
07.Pitiful
08.Scapegoat
09.Listen
10.Eye Confide
11.Jars
12.Revelations