"We Are Not Alone" è il secondo album dei Breaking Benjamin due anni dopo il debutto nel 2002 con l'apprezzabile "Saturate"; prodotto da David Bendeth, già collaboratore tra gli altri di 40 Below Summer e Candiria, il disco è formato da 11 canzoni per quasi 40 minuti di musica.
Purtroppo però bisogna dire che il quartetto di Philadelphia delude le aspettative, proponendo una mediocre accozzaglia di scopiazzature sparse, dai Tool ai Korn, dai 3 Doors Down fino persino ai Nickelback; accomunare vari stili ed influenze è ormai consuetudine di molte band risultando spesso una carta vincente, ma allo stesso tempo i rischi di toppare sono sempre molto alti e dispiace dirlo ma purtroppo questo disco può esserne un parziale esempio. Passi "So Cold", canzone d'apertura e primo singolo estratto, passi la semi-korniana "Simple Design" ma per il resto non vi è molto altro da segnalare, banali riproduzioni degli odierni stereotipi di modern rock, canzoni standard prive della benchè minima fantasia e creatività musicale, nonostante (o forse a causa di) Billy Corgan, l'ex Smashing Pumpkins che ultimamente si diverte a collaborare con questo genere di gruppi, senza però risultati ecclatanti.
Una recensione molto breve la mia, ma fidatevi, non vi è molto altro da dire: inutile tentare di infilare mille altre parole senza significato alcuno poichè fondamentalmente si tratta di un disco piatto, anonimo, completamente intriso di una forte componente 'radio friendly', tracce semplici e ingenue che si fanno ascoltare senza lasciare il segno, apprezzabili se trasmesse gratuitamente da qualche emittente radiofonica, deludenti se l'ascolto richiede il pagamento di molti euro per l'acquisto del disco.
"We Are Not Alone" recita il titolo, i Breaking Benjamin a quanto pare non si sentono soli; chissà se dopo che i fans avranno ascoltato il disco la band non dovrà per forza di cose rivedere il proprio pensiero...