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DOWNSET
UNIVERSAL
A circa quattro anni di distanza dall'ultima volta che si presentarono al pubblico con una loro nuova creazione tornano i Downset, rap/metal genuino, onesto e non troppo ricercato; era infatti l'inizio del nuovo millennio quando la band di Los Angeles pubblicò "Check Your People", ultimo disco fino a poco tempo fa ritenuto "ultimo" nel vero significato della parola, nel senso che questa sembrava ormai una band destinata a scomparire nell'oblìo causa continui cambi di line-up aggiunti alle enormi difficoltà di trovare una label disposta ad offrire la possibilità di pubblicare un nuovo album.
Alla fine comunque nel novembre 2003 è arrivata la Hawino Records, etichetta di Seattle, che ha permesso a questi ragazzi di lavorare finalmente con calma ad un nuovo disco, intitolato "Universal" e pubblicato nel giugno 2004. Una storia a lieto fine insomma.
Nel giudicare questo disco viene quasi spontanea una definizione presa in prestito da un famoso detto popolare: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Già, perchè nonostante tutto i Downset non si sono scostati minimamente dalle proprie radici, semplicemente ripropongono il proprio stile in maniera aggiornata, come se il tempo si fosse fermato a quattro anni fa, come se la formazione campo fosse sempre la stessa da dieci anni a questa parte, come se nulla fosse mai cambiato. Un merito? Una colpa? Dipende dai punti di vista: mirabile il tentativo di non piegarsi alle attuali leggi imposte dal mercato ree di aver modificato lo stile di molte band (ultimo esempio i Papa Roach), ma allo stesso tempo pericoloso rischio di non presentare nulla di nuovo che possa convincere la gente ad accaparrarsi il disco.
Personalmente non sono mai stato un grande estimatore dei Downset e certamente "Universal" non mi farà cambiare idea: trattasi infatti di un disco al limite dell'anonimato, sufficiente, a tratti sempliciotto, le canzoni sono carine ma potrebbero essere realizzate molto meglio, le sessioni di batteria sembrano state registrate in uno scantinato, un pò come in "St. Anger" dei Metallica per intenderci, con la differenza però che i Metallica sono i Metallica.
Non male l'apertura di "All Crews", anche se il testo sembra composto unicamente dalla frase "Fuck your territory, I’m moving through"..."Forever" è invece decisamente migliore della precedente, non per niente è stato scelto come primo singolo, anche se il top del disco lo trovo in "Stay In The Game", canzone forte, tirata e particolarmente ispirata. "Black Glock" non lascia il segno, "Jumping Off" è invece un buon pezzo per il quale vale lo stesso discorso di "Forever", ovvero non a caso si tratta del secondo singolo estratto; "The Rush" ha aperture più melodiche nei ritornelli, "Hectic" si inserisce a forza tra le migliori, "Make This Happen" è carina ma non troppo, "What They Want" potrebbe molto vagamente assomigliare ad una "Give It Away" dei Red Hot Chili Peppers mischiata a sonorità molto più dure, "Smiles and Cries" è una canzone a due facce alternate, a metà tra parti romantiche e vigorose accelerazioni. Il compito di chiusura è affidato alla title-track "Universal", caratterizzata da riff pseudo-korniani e da un buon utilizzo delle capacità canore del vocalist Rey Oropeza.
Se siete fan dei Downset o comunque apprezzate la loro musica questo disco non vi deluderà, anche se la band avrete potuto offrire qualcosa in più, se non altro dal punto di vista della produzione e della qualità del suono.
Tempo
Voto: 6+
TRACKLIST:

01. All Crews
02. Forever
03. Stay In The Game
04. Black Glock
05. Jumping Off
06. The Rush
07. Hectic
08. Make This Happen
09. What They Want
10. Smiles and Cries
11. Universal